Parigi può insinuarti dentro anche questo: l’esigenza di una sostanziale correzione di rotta da apportare alla visuale eurocentrica dei nostri studi. Quella che, già nel mezzo del secolo scorso, operò l’antropologia culturale, che ben al di là dei suoi contestabili esiti dottrinali (un incoerente relativismo assiologico, un umanismo tanto più disperato quanto più sostanzialmente nichilista,…
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