Questo articolo uscito sul manifesto (6 marzo 2025, qui versione word) non fa che riassumere la conferenza tenuta da Jeffrey Sachs alla sede del Parlamento europeo il 19 febbbraio 2025, e parte delle sue risposte alle domande dei parlamentari presenti (link al video nel post precedente). Una visione di respiro altrettanto largo – e temporalmente esteso – è l’articolo di Domenico Gallo pubblicato sul sito di Pace in Movimento, L’avvenire è già quasi passato: anche più intensa si fa, qui, la memoria vivida delle ore stellari che illuminarono all’Europa un futuro degno dell’umanesimo europeo, e che lasciammo spegnere, così che il cosiddetto Occidente, come scrive Fanon, ha solo continuato a «parlare dell’uomo pur massacrandolo dovunque lo incontra, a tutti gli angoli delle stesse sue strade, a tutti gli angoli del mondo». Anche qui, come nella lezione di Sachs, emerge la figura di Gorbaciov, questo gigante morale di un mondo possibile, sconfitto. E anche qui, alla fine, non ci resta che l’ostinata passione delle distizioni, che è passione di chiarezza. Per quale Europa molti scenderanno in piazza il 15 marzo prossimo? Quella che si riarma, in ordine sparso e folle? O quella opposta? “E’ necessario instaurare un nuovo ordine mondiale per garantire giustizia economica e uguale sicurezza politica per tutti gli Stati. La cessazione della corsa agli armamenti è il presupposto necessario per l’instaurazione di un simile ordine. (..)”. “Parole che noi avevamo sentito soltanto dalla bocca dei filosofi e dei profeti”. (Domenico Gallo). Ma sono di Gorbaciov. Nel frattempo “sono passati i migliori anni della nostra vita”. E l’orizzonte è più buio che mai.
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