L’Olimpiade della bruttezza. Lettera Aperta alla signora Sindaco di Bormio

martedì, 17 Settembre, 2024
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Questa Lettera Aperta è stata pubblicata su “La provincia di Sondrio” sabato 14 settembre (scarica qui la pagina). Certo, la civiltà europea che implode nell’escalation guerresca guidata da un’Unione che era nata perché non ci fosse più guerra, certo il Diritto internazionale umiliato dall’impunità del governo genocidario di Israele parrebbero dover distogliere i nostri occhi dai prati, dai monti, dal pianto sconfinato dei ghiacciai morenti. Sembra piccolo, di fronte a queste tragedie, l’assalto sconsiderato a ciò che resta della bellezza delle nostre valli alpine – dalle Alpi Retiche alle Dolomiti. Eppure come la bellezza è la quintessenza di ogni valore – e sconfina su tutti, e ingiunge distanza, stupore, rispetto e cura, così il brutto annuncia la mortificazione della speranza, nel piccolo come nel grande. Provarci comunque, a chiedere perché ci venga inflitta, è tenerne acceso il lumino, finché si può.

Lettera aperta alla Signora Sindaco di Bormio

(In occasione della Presentazione dei Lavori per le Olimpiadi alla Sala delle Terme di Bormio, 10 settembre)

Cara e gentile Sindaco,

Vorrei esordire citando una breve preghiera della tradizione talmudica, che consiste di tre parole: “Comanda, e noi faremo e ascolteremo”. Cioè prima faremo e poi ascolteremo, “obbediremo” (che come ricorderà viene dal latino ob-audire, prestare ascolto). Questa preghiera si rivolgeva all’Innominabile Iddio biblico, e se ne capisce il senso e la passione. Non bisogna neppure lontanamente correre il rischio, ascoltando, di ritardare l’azione obbediente. Prima il fare, altrimenti con l’ascolto chissà che non sorga una domanda, un dubbio, una critica. Blasfema, no? Nei confronti dell’Innominabile Nome, benedetto sia.

Ma ciò che si addice a Iddio, gentile Sindaco, non si addice a un’amministrazione democratica. Ecco: io ho assistito con interesse e attenzione alla presentazione delle opere disposte dall’Amministrazione, con l’appoggio di Regione Lombardia, in funzione delle Olimpiadi Invernali 2026. Non voglio soffermarmi sulla questione più generale di come c’entrino CAL (CONCESSIONI AUTOSTRADE LOMBARDE) e ARIA (AZIENDA REGIONALE PER L’INNOVAZIONE E GLI ACQUISTI) con quella famosa sostenibilità che avrebbe dovuto contraddistinguere le Olimpiadi a venire. Lasciamo in pace queste due divinità tutelari che oggi l’affiancavano come gli angeli del Trono, e veniamo al fatto che mi induce a scrivere questa lettera aperta, e a sperare che sia, come deve, una scintilla di dibattito pubblico.

Perché quelli che sono stati presentati appunto non erano progetti, ma un fare già in corso, mai discusso. Guardavo esterrefatta, questa mattina, lo sbancamento selvaggio dei prati nell’area in cui sorgerà la nuova passerella sul Frodolfo, curioso ibrido visivo fra un’astronave e un pollaio, con il suo neon a forma di montagne. Guardavo l’enorme mole delle strutture in costruzione all’arrivo della pista Stelvio, che ne bloccheranno per sempre la vista ai turisti a passeggio o seduti nei caffè di fronte, pilastri opachi di cemento, tristi, in luogo delle leggere strutture di legno modulari che a Kitzbühl si tolgono dopo le gare. Guardavo il rendering dei giganteschi parcheggi, rotatorie, tetti a pagoda stile Kazhakistan sovietico, stessa difforme enormità. Nessuna di queste opere è stata sottoposta al vaglio critico della cittadinanza. Nessuna.

Una voce – una sola – si è levata a chiedere la parola, e con grande fatica, perché, gentile Sindaco, il suo discorso conclusivo non lasciava adito ad alcuna domanda! Una voce sola: ma sostenuta da una parte del pubblico, espressione di una parte molto consistente dell’opinione pubblica bormiese: quella parte che prima di fare vorrebbe ascoltare, e ascoltando riflettere, e chiedere perché. Ludovica Canclini, rappresentante del Comitato per l’Alute, è riuscita a tenere il suo breve e garbatissimo discorso, che spero sia pubblicato per intero su queste pagine. Dove l’amore per la Magnifica Terra già tanto ferita dai fiumi di cemento e di asfalto, incluse – buone ultime – le Opere olimpiche presentate – non risparmiava i dettagli sul costume talmudico della sua Amministrazione, per non parlare di quella della Regione. Il referendum sulla tangenzialina dell’Alute, negato. Alle precise domande sullo Ski Stadiun (durante la Presentazione all’Alberti) – nessuna risposta.  Da Regione Lombardia alla richiesta di audizione (2023) presso la Commissione Ambiente – nessuna risposta.

Ma infatti, a che serve ascoltare? CAL e ARIA, le divinità tutelari, se ne erano già uscite dalla sala, con folti cortei, appena quella sola voce si era levata con la sua accorata domanda: Bormio ha davvero bisogno di tutto questo?

Roberta De Monticelli

 

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