C’è chi la nostra umanità la sfigura, c’è chi le ridà un volto splendente. Aleksej Anatol’evič Naval’nyj lo dice col suo sorriso di sprezzo per l’oceano di stupidità e ferocia che stringe alla gola l’Europa dagli Urali all’Atlantico: “Un simile fenomeno nella storia degli uomini non sarà mai più dimenticato, perché esso ha messo in evidenza nella natura umana una disposizione al progresso e una capacità di realizzarlo tale che nessun uomo politico , considerando il corso anteriore delle cose, avrebbe potuto concepirlo” (Immanuel Kant).
Riprendiamo questo articolo vibrante e insieme utilmente informativo da Gariwo MAG: https://it.gariwo.net/magazine/editoriali/aleksej-naval-nyj-un-omicidio-di-stato-26928.html .
“Morto dopo una passeggiata”, in questo modo ha dato la notizia della scomparsa di Aleksej Anatol’evič Naval’nyj (1976) la direzione della colonia penale IK-3 (soprannominata “Lupo polare”), a Charp, nel circondario autonomo Jamalo-Nemec, oltre il Circolo Polare Artico.
Così, alla vigilia delle elezioni presidenziali (17 marzo), viene eliminato definitivamente il principale oppositore di Putin.
Naval’nyj era a capo del partito “Russia del Futuro”, fondatore della “Fondazione Anti-Corruzione e presidente della “Coalizione Democratica” che aveva co-presieduto con Boris Nemcov (assasinato nel febbraio 2015 a un passo dalle mura del Cremlino).
La sua è stata una distruzione fisica attraverso vari tentativi. Nel 2017 era stato attaccato con una vernice tossica (Zelyonka) e aveva perso l’80% del della vista dall’occhio destro. Nell’agosto del 2020 era stato avvelenato mediante un agente nervino (Novichok) mentre si trovava su un aereo che lo riportava a Mosca dopo un turno elettorale in Siberia. In quell’occasione si salvò per miracolo e fu curato in Germania. Tornato in salute fece ritorno in Russia, venne subito arrestato, condannato, attraverso vari processi, a un infinità di anni (19+9) e costretto in luoghi di detenzione sempre più duri e isolati. L’ultima condanna, il 26 settembre 2023, in Corte d’Appello a porte chiuse e con Naval’nyj collegato in video dal luogo di detenzione, aveva confermato i 19 anni da scontare nella colonia penale di massima sicurezza IK-6 nel vilaggio di Melekhovo. Il ricorso dei suoi avvocati, previsto il 18 dicembre 2023, era stato rimandato al 16 gennaio 2024 ma poi non se n’era saputo più niente perchè Navaln’nyj era “sparito” per tre settimane, e ricomparso, in completo isolamento, poche settimane fa nella colonia penale siberiana dove è morto.
La sua distruzione psicologica si è avvalsa di tutte le possibili forme di screditamento, stravolgendo e accentuando le sue giovanili posizioni nazionalistiche. Nella trappola del fango cadde anche, nel febbraio 2021, Amnesty International, che ritirò maldestramente a Naval’nyj la designazione di “prigioniero di coscienza” per alcuni suoi video e dichiarazioni del passato che avrebbero incitato all’odio nazionalista (decisione poi revocata nel maggio dello stesso anno).
La morte di Naval’nyj, un uomo molto coraggioso, intelligente e preparato, toglie a Putin l’avversario più intransigente e pericoloso. Molto importanti ed efficaci sono infatti state le sue campagne di denuncia contro la corruzione di Putin e degli uomini che lo circondano e sostengono, i suoi video che hanno mostrato le ricchezze esagerate del dittatore, la violazione costante dei diritti umani, il sistema violentemente repressivo degli organi di sicurezza, la mancanza totale di una qualsiasi forma di democrazia. Per finire con la denuncia della ferocia guerra al’Ucraina. In tutte le occasioni, perfino nelle aule di tribunale, Naval’nyj ha fatto sentire la sua voce non tanto in propria difesa quanto di accusa dei veleni e intrighi del regime corrotto e illiberale della Russia di Putin. Basta andarsi a rileggere i quattro discorsi di Naval’nyj, pronunciati in tribunale: Non tacete. Discorsi sulla libertà in Russia (Garzanti 2022).
Naval’nyj ha combattuto fino all’ultimo: da pochi giorni, attraverso il sito “neputin.org” aveva lanciato la Campagna del fondo anticorruzione contro Putin-2024 per contrastare con ogni mezzo la rielezione di Putin. Una morte che è un omicidio di stato.
Analisi di Francesco M. Cataluccio, Responsabile editoriale della Fondazione Gariwo
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16 febbraio 2024
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