Non c’è quasi più tempo più tempo per decidere. Alcuni tra i sondaggi che ho visto parlano di cifre oltre il 40% per il centro-destra e sotto il 25 per il centro-sinistra, includendo nel centro-sinistra anche +Europa e Impegno civico (sic! Emma Bonino e Luigi Di Maio: manca loro, ormai, solo di sostenere Fratelli d’Italia. Ma basta avere pazienza…). Il M5S, non incluso nel centro-sinistra, sarebbe in crescita. La Lega, inclusa nel centro-destra, in decrescita. Ma mai farsi guidare dai sondaggi, salvo per convincersi che non è una buona idea stare a casa, votare scheda bianca o annullare la scheda. Comunque, se scegliere chi non votare è relativamente facile, più difficile è scegliere chi votare in questo clima così desolato e desolante che neanche su Oberon, la quinta luna di Urano… Serve metodo. In sostanza, dipende un po’ da che cosa s’intende fare con il voto o da quel che vorremmo fosse fatto, a giocare un po’ d’azzardo fidandosi.
PARTE SECONDA: I VOTABILI, SE…
ITALEXIT Dici Gianlugi Paragone e potresti aver detto tutto: giornalista di area leghista, eletto nei 5S, poi espulso per non aver votato la legge di bilancio del Conte II, quindi pittoresco leader di un partito a sua immagine (oibò), accusato di essere “no vax” (supercazzola giornalistica a uso di Figliuolo) e di pescare nell’estrema destra neofascista sovranista ecc. Chi volesse accollarsi la fatica di saperne di più, può tentare di riscontrare la verità di quanto riportato da gran parte della stampa. Personalmente, credo che l’unico motivo ammissibile per votare Italexit sia quello di essere elettori di Bergamo e riconoscere che Paragone è stato l’unico leader, mi si passi il termine, che ha dato ripetutamente voce e corpo a Consuelo Locati, onestissima e coriacea avvocato a capo del pool di legali impegnati nella causa civile di 500 famiglie della Valseriana che hanno perso i loro cari nel 2020. La pandemia in Valseriana (6.000 morti in pochi mesi, un record nel mondo) è una tragedia rimossa dalla politica e dai media perché richiama responsabilità politiche, amministrative e morali trasversali di M5S (Conte), Pd (Speranza), Lega (Fontana), sulle quali la Procura di Bergamo indaga ostacolata dai segreti di Stato opposti dai governi (Conte, Draghi). Italexit intende lottare per l’istituzione di una Commissione parlamentare con reali poteri d’indagine che superi la reticenza delle istituzioni. È una buona, scomodissima causa per la quale è giusto augurare in bocca al lupo a Consuelo Locati, combattente che ha messo le ragioni della giustizia al disopra anche delle sue preferenze politiche.
ITALIA SOVRANA E POPOLARE Formazione nuova e come tutte le formazioni nuove grandemente svantaggiata dalla cervellotica e democraticida legge elettorale (voluta, ricordiamo, da PD-Lega-FI) e dalle procedure bizantine e guglielmine di raccolta delle firme per presentare le liste. Ha un programma articolato e chiaro che si legge volentieri (https://cdn.pagellapolitica.it/…/2022/08/italiasovrana.pdf) di “ritorno ai principi della Costituzione” e recupero della sovranità del Paese da UE, EURO, NATO e OMS, organizzazione questa per il 70% non più finanziata da Stati bensì da Fondazioni private con discutibili intrecci con multinazionali del farmaco. L’esponente più noto è Marco Rizzo, segretario del Partito comunista, che guida un raggruppamento di 15 organizzazioni sotto un unico simbolo. Trattasi, quindi, di “patriottismo costituzionale” e non – come si dice con supercazzola giornalistica dispregiativa da tempo in voga – “sovranista”. Se ci preme sostenere in Parlamento una forza che ambisce a superare il 3% ed è mossa da ideali coerenti su tutti i temi che riguardano l’interesse della nazione e le fasce sociali più deboli, potete premiarla: sarà più facile venire a conoscenza di quello che le forze politiche più consistenti combinano. Di una sola cosa corre l’obbligo mettervi in guardia: non liquidatela solo perché i media hanno strillato che ha candidato a Latina l’anziana Gina Lollobrigida (tra l’altro, si è rotta una gamba, povera: in bocca al lupo!). Ricordiamo che l’Italia non è stata sfasciata per mano di qualche attrice (oltretutto brava), ma per mano di tecnici e politici o entrambe le cose “competentissimi”…
UNIONE POPOLARE Anche questa è una formazione nuova, benché con più storia e mezzi alle spalle. È anch’essa orientata a difendere gli interessi delle fasce più deboli della popolazione e la non belligeranza costituzionale italiana: https://dait.interno.gov.it/…/(83_progr_2_)-programma…. Non è tuttavia così radicale da arrivare nella sua critica all’attuale assetto europeo e atlantico da rifiutare in toto l’EURO, la UE e la NATO (in merito alla quale si parla di “superamento”). Alcuni dicono che il suo programma è “un libro dei sogni” (costoso). Verrebbe da rispondere che dopo quarant’anni che viviamo in una austerità servile da incubo sempre più tetra, era ora che qualcuno ci provasse a tirarci su di morale. L’ordine delle priorità indicate è roba che il centro-sinistra al quale ci hanno abituati se lo sogna (appunto): 1. Ricompensare e rispettare il lavoro 2. Lottare per la sicurezza economica e contro la povertà 3. Perseguire la pace e la democrazia in Europa e nel mondo 4. Migliorare la sanità e la pubblica amministrazione 5. Ridare dignità all’istruzione e investire nella ricerca e nella cultura 6. Fermare l’autonomia differenziata e salvaguardare i beni comuni e i servizi locali 7. Trasformare il sistema energetico e dei trasporti per attuare una vera riconversione ecologica 8. Proteggere l’ambiente e sostenere l’agricoltura 9. Ricostruire la nostra industria favorendo un nuovo modello di sviluppo 10. Tassare di meno chi ha poco e di più chi ha tantissimo 11. Combattere contro le mafie e garantire una giustizia equa 12. Far crescere i diritti e le libertà. Personalmente, non amo i magistrati che “scendono in politica” . Ed è difficile farsi da lontano un’opinione precisa di Luigi De Magistris – il suo leader – come sindaco di Napoli, una città che diversamente da Milano non è “terreno fertile” (gnam! gnam!) per investimenti speculativi di fondi immobiliari internazionali con i quali farsi belli in tv. Ma, chapeau!, è riuscito a ottenere endorsement da Mélanchon, Podemos, dal cineasta Ken Loach e dal fisico teorico e brillante divulgatore Carlo Rovelli, che così ha argomentato la sua scelta: «Ho volutamente ignorato le persone, il passato, le simpatie, le antipatie, le alleanze, le astuzie, i voti utili, disutili, gli alambicchi e gli equilibrismi, e simili. Ho preso sul serio tutti, anche quelli che alcuni dei miei amici chiamano ‘fascisti’, di cui però avevo apprezzato qualche tempo fa quella che mi sembrava un desiderio di ritornare a maggiore indipendenza in politica estera. Ho dato a ciascun programma il mio giudizio personale, chiedendomi se a mio parere le cose scritte ci portassero in quella che mi sembra la direzione giusta, che affronta quelli che mi sembrano i problemi più seri. Un programma è emerso decisamente come di gran lunga migliore degli altri: quello di Unione Popolare. Propone che l’Italia aderisca al Trattato per la messa al bando delle armi atomiche, a cui hanno già aderito moltissimi paesi del mondo (altri programmi al massimo suggeriscono che l’Italia ‘mandi osservatori’). Propone di dirottare risorse dalle spese militari a cose utili a tutti (L’appello di 50 Nobel di un anno fa, che avevo sostenuto, era in questa direzione. Così continuano a chiedere il Papa, il Dalai Lama e il Segretario Generale delle Nazioni Unite). Propone di tassare gli scandalosi profitti delle grandissime imprese e i grandissimi patrimoni, in particolare gli attuali profitti delle aziende energetiche (mentre la gente paga bollette insostenibili), per ridistribuire la ricchezza come si faceva ovunque nel mondo prima degli anni Novanta quando le tasse erano veramente proporzionali e progressive, e riequilibrare almeno di un po’ la crescente diseguaglianza economica. Propone un impegno che mi sembra molto più deciso e preciso degli altri programmi per la transizione ecologica. Invito le molte persone che in questi giorni mi chiedono cosa votare a leggerlo. Se mi sbaglio, e ci sono altri partiti che offrono soluzioni migliori, sono in ascolto». Semplice, diretto. Se si vuole esprimere una scelta di campo, eccola.
SINISTRA ITALIANA e ALLEANZA ROSSOVERDE e spicci Qui il gioco si fa pesante: servono nervi saldi. Provo a farla semplice. È chiaro che mettere una croce sul simbolo (non sui nomi che compaiono nella lista di fianco, mi raccomando!, altrimenti la scheda è nulla…) di un partito che si presenta alleato con altri che si sono ritenuto invotabili (il PD in testa) potrebbe apparire un chiaro indizio di gravi disturbi del comportamento. E tuttavia, se si crede alla necessità elettorale di contrapporre un “vasto” (sic!) schieramento a una destra che si suppone parecchio vincente, se ci si è già muniti di tutte le mollette del caso o vi siete ormai troppo abituati (parlo per chi segua le vicende milanesi) al rapporto sadomasochistico instaurato dai consiglieri comunali verdi e rossi con la giunta guidata da Beppe Sala e dal PD, non avremo cuore di gridarvi: non fatelo! Ma almeno sinceratevi, prima, che il probabile candidato non SI+Rossoverdi nel collegio uninominale sia il top della serie “indipendente” (rara avis) o uno destinato con certezza a perdere con l’omologo della destra. Il vostro obiettivo, insomma, sia rimpolpare le fila di Sinistra Italiana, Alleanza Rossoverde ecc in Parlamento (che puoi combinare con certi alleati se hai una manciatina di parlamentari?), posto che sia Letta sia Fratoianni non hanno intenzione di dar vita a una vera alleanza politica. D’altronde, il primo è ancora in cerca dell’agenda Draghi che gli ha soffiato la Meloni. Il secondo a Draghi non ha mai dato la fiducia. Matrimonio combinato in fretta, male ma per fortuna a termine.
MOVIMENTO 5 STELLE Qui bisogna sperare non facciano il test antidoping al seggio. Allora. Premesso che in tempi non sospetti espressi tutta la mia sconfinata diffidenza verso slogan qualunquisti come “né di destra né di sinistra”, “uno vale uno”, “vaffa qui, vaffa lì” e che l’essere riusciti a governare sia con la Lega sia con il Pd sia con Draghi nel giro di pochi anni dopo avere fracassato i maroni all’intero urbe terracqueo accusando tutti gli altri di poltronismo trasformistico (sorvolo sul “caso Di Maio” perché potrebbero leggerci anche i minori…) non depone esattamente a favore del “movimento”, ammetto che nella situazione attuale persino Conte possa sotto certe condizioni meritare una chance. Quattro fatti a suo favore: 1 il PNRR l’ha portato a casa lui e poi Draghi se n’è fatto bello, peraltro trasformandolo in una spaventosa idrovora dei territorio; 2 senza reddito di cittadinanza e decreto dignità tra pandemia e guerra avremmo molti più poveri e disoccupati (le chiacchiere sul reddito di cittadinanza che semina parassitismo in un paese in cui il lavoro non c’è proprio stanno a zero se soltanto ci si sforza di leggere le ricerche serie sull’argomento, banalmente, su LaVoce.info) 3 tardivamente, timidamente, opportunisticamente quanto volete, ma Conte è il solo leader dei partiti al governo che dopo che Draghi aveva imperato a colpi di decine di voti di fiducia su qualunque materia del metaverso ha chiesto gentilmente il ripristino di un minimo di dialettica democratica almeno sul tema della guerra e della crisi economica (son sciocchezze Mario, su…). Apriti cielo! Infine, 4: il M5S è il solo partito al di fuori dal minuetto draghiano centro-destra/centro-sinistra che può aspirare a coagulare attorno alla sua forbice tra il 13 e il 17% altre forze di opposizione. Insomma: se, dopo anni che date voti utili al PD scoprendoli ogni volta non solo inutili, ma nocivi, non siete ancora riusciti a togliervi il vizio, date un voto utile a Conte e al M5S. Chissà mai che ‘sta volta… Attenzione però: Conte non è tranquillo in merito all’indagine della Procura di Bergamo sulla pandemia in Valseriana. E la destra, con Fratelli d’Italia alleata della Lega, se anche dovesse evitare di insabbiare del tutto la faccenda, cercherà di scaricare la responsabilità sui soli Conte e Speranza per salvare Fontana. Fianco scoperto: meglio saperlo. Per il resto, serve fortuna: Conte si è spostato a sinistra suo malgrado, perché era l’unica sedia libera a casa Draghi dopo che era sceso pure il gatto. Che il M5S metta il potere al servizio dei contenuti o questi al servizio del potere non è dato sapere.
Alcune minute, irrilevanti considerazioni a onor del vero.O per amor di giustezza.
1. Titolo. Non mi è chiarissimo: vuol dire che a sinistra votano solo i ricchi?
2. “Italia sovrana” non è sovranista. Dunque chi lo è?
3. Ma Conte è un leader della speranza o un pericoloso stragista di Stato?
4….10. Irrilevante, da domani ci saremo dimenticati quasi tutto.
Ma: molti sperano infine che si rafforziono sia il Pd (e la sua coalizione attuale: perché no?)sia i 5 stelle, perché in un prevedibile futuro, e se va bene subito, si ritrovi la loro complementarità, contro gli sfascia-Ue. Questa speranza non è più ragionevole di entrambi i leader che l’hanno delusa?
Il portafoglio è a sinistra, perché è stato svuotato dalle politiche economiche per lo più bipartisan di questi anni e i sondaggi dimostrano che tali sono le priorità degli italiani che da decenni la sinistra ignora. Chi è “sovranista” dimmelo tu: non è parte del mio linguaggio, come tutte le supercazzole dei miei colleghi. Io mi attengo alla Costituzione, che tengo sopra ai trattati. Conte non è affatto nelle mie corde e non sono stato omissivo sulle sue responsabilità in piu punti. Come a suo tempo non lo fui su Draghi, che mentì più volte alla nazione usando la politica vaccinale come strumento di consenso politico. Affinché PD e 5S stelle si riavvicino utilmente, i primi devono cambiare la loro ragione sociale devota al “vincolo esterno UEuropeo” a prescindere e abbandonare la loro elitaria e classista scelta di campo antipopolare (Cottarelli, Della Vedova, Tabacci… ma scherziamo?); i secondi dotarsi di una vera classe dirigente idealmente collocata da un punto di vista dei settori sociali che intende prioritariamente proteggere. È una lunga strada che spero sia intrapresa sotto la pressione di forze come SI, Verdi, UP e Italia Sovrana e popolare. Fuori da questo scenario c’è la destra, Meloniana, Draghiana, Meloniano-Draghiana, sotto il vigile controllo americano e di una UEuropa priva del senso della sua originaria vocazione, se mai l’ha avuto.