Ciclo di seminari “Persone e corpi”
Università Vita-Salute San Raffaele
Facoltà di Filosofia
Palazzo Arese-Borromeo – Cesano Maderno
Lunedì 6 giugno 2022
14:00 – 16:00
Seminario in presenza e online
Aula 2
Valeria Bizzari (KU Leuven)
Sviluppo del sé e della socialità nell’autismo ad alto funzionamento. Una proposta musicale
Abstract
In questa prima parte si cercherà di dimostrare come la soggettività e la vita emozionale dipendano essenzialmente da due strutture fondamentali: la corporeità e la temporalità, che sembrano essere le coordinate necessarie non solo per relazionarsi con se stessi e gli altri, ma anche per percepire il mondo. La tesi principale che si andrà a sostenere è quella per cui esiste una musicalità che caratterizza il soggetto in termini di ritmo, sincronia e coordinazione.
Se la nostra vita (individuale sociale) è legata al possesso di questa “attitudine musicale”, si può quindi dedurre che ogni psicopatologia possa essere definita come la perdita o il malfunzionamento di questa musicalità che solitamente implica una comprensione e un legame automatico con gli altri e con il mondo. In particolare, mi focalizzerò sull’analisi della sindrome di Asperger, e cercherò di capire a quale livello nasca esattamente tale disordine. Ho scelto di focalizzarmi su tale disturbo nello specifico perché ci permette di osservare un deficit di intersoggettività “puro”, ovvero scevro da disordini motori e cognitivi. Ai fini della discussione, specialmente quella filosofica, analizzare la sindrome dello spettro autistico permette quindi di capire meglio come funzionano e come sono collegati i vari tipi di socialità. Nello specifico, si cercherà di dimostrare che l’autismo è caratterizzato da un disturbo del sé temporale e intercorporeo.
Lunedì 6 giugno 2022
16:00 – 18:00
Seminario in presenza e online
Aula 2
Valeria Bizzari (KU Leuven)
Esplorare la musicalità. L’Examination of Anomalous Intersubjective Experiences (EAIE)
Abstract
“Who is the expert when it comes to understanding people—the detached scientist or the ordinary person in everyday life?” (Vasu Reddy 2008, p. 5).
In questa seconda parte proverò a rispondere a questa domanda, in particolare, cercherò di capire come sia possibile comprendere quelle soggettività che soffrono di deficit comunicativi: gli autistici, la cui condizione viene spesso descritta come una sorta di isolamento non solo dalla realtà, ma nello specifico, dal contatto con le altre persone.
Come può il fenomenologo aiutare concretamente lo psichiatra nella difficile impresa di accedere a tali soggettività?
Nello specifico, mi focalizzerò su uno strumento ben preciso: l’intervista fenomenologica. Spiegherò in cosa consiste e perché è importante nel contesto clinico. Merito indiscusso di tale strumento, ad esempio, è il fatto che non considera il paziente un oggetto, una mera materia da studiare, e la relazione con il terapeuta non è univoca; al contrario, il dialogo semi-strutturato sul quale si basa consente l’instaurarsi di un rapporto reciproco e di un genuino scambio tra due soggettività. Ovviamente, questo “noi” che si crea è un soggetto peculiare, perché sappiamo che spesso le psicopatologie sono sinonimo di una rottura del dialogo e della relazionalità che caratterizza ogni essere umano. È per questo che è importante che il terapista sia consapevole delle profonde diversità fenomenologiche (Havens 1986) tra lui e il paziente. È ciò che accade nell’EASE, nell’EAWE e in altri studi che prendono in considerazione l’esperienza vissuta del paziente.
Queste interviste sono volte a facilitare un dialogo che colga aspetti qualitativi dell’esperienza del paziente. Esse rappresentano una forma di “fenomenologia descrittiva” perché si basano su reports di esperienze soggettive, ma anche una forma di “fenomenologia categorica” perché focalizzate su coordinate esperienziali basiche, strutturali.
Lo scopo è quello di arricchire e facilitare la diagnosi, e ipotizzare correlati tra esperienze soggettive e fattori neurali. Possono anche corrispondere a una forma di “fenomenologica genetico-strutturale” che cerca di identificare le strutture chiavi dell’esperienza e i disordini di base che causano una psicopatologia. Nell’ultima parte di questa introduzione metodologica presenterò dunque un’intervista fenomenologica che ho recentemente sviluppato presso l’Università di Heidelberg: l’Examination of Anomalous Intersubjective Experiences (EAIE), volta nello specifico ad esplorare il funzionamento dei diversi livelli di socialità (o “musicalità”, come abbiamo precedentemente descritto) dei pazienti autistici.
I seminari sono accessibili al seguente link: https://intranet.unisr.it/livecesano/.
Direzione scientifica: Vincenzo Costa, Francesca De Vecchi, Francesca Forlè, Margherita Bechi, Marta Bosia, Roberto Cavallaro
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