Perdere il lume della ragione – di Roberta De Monticelli

domenica, 17 Aprile, 2022
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Riprendiamo questo breve articolo uscito su Domani, 16 aprile (scaricalo qui). Dedicato a Boris Pasternak (“Su di me è fissa l’ombra della notte/con migliaia di binocoli puntati/se puoi, ti prego, eterno Padre nostro,/ allontana questo calice da me…”). Perché il sonno della ragione produce mostri. 

Finalmente. Finalmente qualcuno lo dice, ed è una voce che più autorevole di così non si può.
Lo ha detto Zoja Svetova, giornalista di Novaja Gazeta rimasta a Mosca dopo l’autosospensione
forzata da parte del giornale, e autrice – fra l’altro – di Gli innocenti saranno colpevoli – La giustizia ingiusta nella Russia di Putin , (in Italia edito da Castelvecchi a cura di Vittoria Massimiani). Dice che i sondaggi da cui risulterebbe un 80 per cento dei consensi rispetto all’autocrate e al suo apparato sono totalmente inattendibili, e che è «una sciocchezza» crederci dopo che a poco a poco tutti i media indipendenti sono stati soppressi in Russia, e quando la gente rischia il carcere solo se pronuncia la parola «guerra» (per questo, pur dicendo cose che più chiare non si poteva, Zoja non
l’ha pronunciata). Ha fra l’altro sottolineato il numero enorme – se pensiamo al coraggio che ci vuole – delle personeche da quando la guerra è cominciata manifestano contro.
Per non parlare dei manifesti degli accademici, degli scrittori, delle prese di posizione dei singoli
artisti, dell’emigrazione. Questa riflessione ha due temi: la confusione fra Putin e “i russi”, e la
domanda: che fine ha fatto in Europa l’illuminismo, cioè «l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a sé stesso»? (Kant).
La minorità che l’uomo deve imputare a sé stesso è quella senza cui le autocrazie non restano in
piedi. E imputarla a sé stessi è crederci, che uscirne è in nostro potere. Questa però non è una
convinzione teorica, è un impegno attivo, o non è nulla. Ecco perché l’illuminismo implica l’idealismo
morale, ed ecco perché dedico questa riflessione a Zoja. Che nel sottotitolo del libro citato si
definisce «un’idealista» – dove ovviamente questo termine va inteso in senso morale, e non in senso
speculativo. La domanda è: ma se siamo noi europei i primi a non credere nella ragione umana, preferendole i sondaggi: per quali ideali, con quali speranze potranno agire i dissidenti russi? Perché siamo noi che abbiamo perduto i lumi della ragione se ribadiamo questa confusione fra i russi e Putin, se continuiamo a escludere i russi da tutte le manifestazioni culturali.
Ultimo il caso citato da Zoja dell’esclusione dei giornalisti russi dal Festival di Cannes. Si è parlato su
questo giornale (6 aprile) dell’intervento del console ucraino a Napoli contro il gala al San Carlo di
Napoli, dove Olga Smirnova, prima ballerina del Bolshoi che alla sua carriera al Bolshoi ha rinunciato
perché è contro la guerra, si è esibita con Anastasia Gurskaya, prima ballerina dell’Opera di Kiev.
Francesco Merlo su Repubblica (15 aprile), a un lettore (Armando Bussi) che si dichiarava basito per la polemica contro la Via Crucis guidata insieme da una donna russa e da una ucraina, risponde
senza complimenti che, anche al di là dei sentimenti di queste donne, «vittima e carnefice non
portano la stessa croce, e uno solo dei due ha il diritto di chiedersi, per entrambi, “se questo è un
uomo”». Un carnefice, solo per il fatto di essere russa? E non è, questo, spegnere ogni residuo lume di ragione?

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Un commento a Perdere il lume della ragione – di Roberta De Monticelli

  1. angiola contini
    mercoledì, 20 Aprile, 2022 at 11:30

    Sì, anche io sono basita di fronte a questi schieramenti contro i russi,presenti e,inverosimilmente, passati,come il Dostojevski delle conferenze cancellate di Paolo Nori. Mi sembra però che è da un po’ che sia in Italia sia in Europa si sia perso il lume della ragione, siamo andati in Iraq e abbiamo lasciato che bombardassero i curdi, abbiamo accettato che Ungheria e Polonia costruissero muri e facessero quel che volevano dei diritti umani, abbiamo finanziato Libia e Turchia perchè ci tenessero lontani i profughi, abbiamo lasciato l’Afganistan in ginocchio, una cosa tira l’altra.

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