«Come cittadine russe e femministe, condanniamo questa guerra. Il femminismo come forza politica non può essere dalla parte di una guerra di aggressione e occupazione militare. Il movimento femminista in Russia lotta per i soggetti più deboli e per lo sviluppo di una società giusta con pari opportunità e prospettive, in cui non ci può essere spazio per la violenza e i conflitti militari…. Per questi e molti altri motivi, le femministe russe e coloro che condividono i valori femministi devono prendere una posizione forte contro questa guerra scatenata dalla leadership del nostro paese».
(Dall’appello del Movimento femminista russo, pubblicato sul sito Jacobinitalia, vedilo qui: https://www.phenomenologylab.eu/index.php/2022/03/appello-del-movimento-femminista-russo-contro-la-guerra-di-putin/ )
Immagino un corteo guidato dalle donne non mortali della letteratura russa. Ci sarebbero in testa Nastasja Filippovna e Aglaja, Sonja la prostituta e la giovane Grušenka, e Lizaveta, e poi Nataša Rostova ancora in abito da ballo e anche Helène bellissima, e nella sua morsa di disperazione Anna dimentica di Vronskij e Karenin, e la Maslova sopravvissuta al principe Nechliudov, e la Dama di Picche e Liza, e di corsa a perdifiato le raggiungerebbe Tatjana mandando al diavolo Oneghin, seguita dalla figlia del Capitano, e dietro coi suo fiori gialli Margherita, e con lei il Maestro e sempre più folle Ponzio Pilato che canta alla luna, in delegazione può servire anche il Procuratore della Giudea, e poi tutte le altre, e quante, quante sono, solo le donne di Vasilij Grossman fanno un corteo… e dove vanno, tutte queste donne?
Ma è chiaro. Ci sono, ben vive, ben piantate in terra, qui nel cuore d’Europa, due donne alla guida dell’Unione europea: c’è, bionda e maestosa con la sua faccia sempre empatica, la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen; e c’è, tagliente e vibratile, la giovane presidente del Parlamento, Roberta Metsola.
Ecco, il corteo è già lì, sono già passate da Strasburgo, ora sono a Bruxelles, e cosa chiede questa delegazione innumerevole, perché dietro di loro ci siamo tutte noi?
È ovvio cosa chiediamo, la sola cosa sensata e immediata che resta da fare. Che queste due donne in rappresentanza dell’Unione europea, accompagnate da Angela Merkel in rappresentanza di tutte le generazioni che hanno vissuto in pace e prosperità, in Europa, chiedano a Vladimir Putin, soffocando in sé l’orrore, con fermezza e grazia – di negoziare con loro la pace e il trattato della memoria, il trattato che registrerà come premessa alla pace e alle sue condizioni tutta la bellezza dello spirito e tutte le tragedie della storia di questo enorme pezzo d’anima d’Europa, che comprende la Russia e l’Ucraina: ma proprio tutte, le tragedie, compreso il sacrificio dei milioni di Russi che salvarono l’Europa da Hitler.
Pubblicato oggi 8 marzo su Domani: https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/un-sogno-tre-donne-alla-testa-delleuropa-fermano-la-follia-di-putin-pqc8c36s
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