Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa vibrata protesta sulla ventilata abolizione dell’ultimo scritto residuo agli esami un tempo detti di Maturità (vedi post precedente per i riferimenti alla discussione in corso). Stefano Adami ha insegnato Italian Language and culture presso la University of Bath(UK), la University of California e la University of Chicago. Ha pubblicato il volume L’incontro e l’altro. Linguaggio, culture, educazione (intr. Di M. Vedovelli, Ets, Pisa). È stato il primo studioso a ricostruire il complicato e magnetico giallo internazionale che portò il padre di Calvino a riparare in sudamerica, facendo così nascere Italo a Cuba, paese in cui lo scrittore passò parte dell’infanzia. Il lavoro dedicato a questo poco noto aspetto della vita di Calvino è pubblicato da UCLA. (Vedilo qui: https://escholarship.org/uc/item/8qm3b0q3). Adami è anche tra i più prolifici autori della Princeton Encyclopedia of Italianan Literary Studies. Collabora con l’Università per Stranieri di Siena. Attualmente si occupa anche del programma internazionale per il centenario dello scrittore Luciano Bianciardi.
La richiesta, partita in queste settimane dagli studenti delle scuole superiori italiane, di eliminare dalla prossima maturità il tema di italiano, mi ha lasciato sinceramente di stucco. Gli studenti lamentano che, avendo lavorato gli ultimi 2 anni in modo lacunoso e incompleto a causa del covid, delle restrizioni e della DAD, non si sentono preparati ad affrontare la tradizionale prima prova scritta. Il fatto che, a quanto pare, il ministro della pubblica istruzione sia orientato ad accogliere la richiesta, mi ha lasciato ancor di più nello sconforto. Pare infatti che il ministro stia pensando ad una maturità fatta solo con la tesina dei candidati, e poi l’orale finale. Una recita, insomma. Che dire? Già qualche anno fa, come tutti ricorderanno, fu bandita dalla prima prova il tema di storia. Si vede che le conoscenze storiche e la capacità di fare analisi storiche non sono considerate necessarie per superare l’esame di maturità. L’impressione che si ha, dall’esterno, è che si voglia in tutti i modi possibili destrutturare il sistema educativo italiano, trasformandolo in un puro sistema di intrattenimento, invece che in un luogo di formazione di coscienze critiche. Il tema scritto, infatti, non è solo un compito che coinvolge le competenze linguistiche e grammaticali degli esaminandi. Esso coinvolge anche quelle competenze espositive, che sono necessarie nella costruzione di una corretta e chiara catena di ragionamenti. Non e un caso che, ormai da anni, in molte università italiane, si richiede agli studenti la frequenza di un corso di scrittura in lingua italiana, ed il superamento di un esame basato sulle competenze linguistiche e grammaticali. Per evitare che lo studente arrivi poi, come spesso è accaduto a fino a poco tempo fa, alla stesura della tesi totalmente impreparato per tale compito. In poche parole, consideriano gravissima la richiesta di abolizione del tema di maturità. In realtà, in tempi difficili dovremmo rendere ancora più difficile il nostro iter di preparazione a tali tempi stessi. Si dovrebbe alzare l’asticella, invece di abbassarla. Cercare il di più, non il meno. Facilitare tale iter di formazione al proprio tempo non è mai stato un buon servizio nei confronti di chi lo ha intrapreso. Per quello che possiamo inoltre notare, vediamo che i docenti trovano le loro migliori energie drenate più dal lavoro burocratico richiesto loro, che da quello di insegnamento. Anche questa rischia di essere una stortura del nostro sistema educativo , che deve essere ripensata. Per l’intanto, è necessario evitare danni varando un esame di maturità ridicolo.
Non vorrei essere una di quelle persone che invocano i cari bei vecchi tempi perchè so bene che ogni epoca ha le sue caratteristiche. Crescere dal punto di vista tecnologico non dovrebbe però significare disimparare ciò su cui dovrebbe basarsi la cultura di un diplomato. Un pò di fatica per lo studio di certo non uccide ma rende migliori, parola di chi ha vissuto con grande impegno ed emozione il proprio esame di maturità.
Concordo in toto con il prof. Adami. Mai come ora c’è bisogno di riaffermare l’importanza di tale formazione. Il decadimento della lingua italiana, e la faticosa e spesso modesta capacità espositiva, è sotto gli occhi di tutti. Trovo incomprensibile tale proposta, se approvata.
Bhe lascia un commento, e cosa dovrei commentare?? Mi fa male leggere come stiamo lasciando all ignoranza; nel senso di ignorare l importanza,di prendere il sopravvento..grazie a chi lotta affinché questo non accada!!
I tempi sono cambiati,verissimo. La tecnologia incalza,altrettanto vero. I ragazzi hanno affrontato due anni duri per la didattica,non c’è che dire..La questione è complessa e non si può esaurire in poche righe. Non siamo tutti scrittori nati,è ovvio. Ma ordinare i pensieri ed esporli correttamente non può essere considerato un accessorio da mettere o togliere all’occorrenza,dovrebbe far parte del bagaglio culturale di ognuno di noi soprattutto dopo 5 anni di scuola superiore
Non vi e’ miglior modo di valutare la maturita’ di uno studente che attraverso l’articolazione per iscritto di un pensiero ispirato da un tema proposto. Tramite la prova scritta si possono valutare le capacita’ logiche oltre che linguistiche ed espositive di un candidato, sempre che le si voglia veramente valutare. Come non essere pienamente d’accordo con Stefano Adami.
Tutto palesemente vero e appurato, stanno cercando di distruggere le nostre eccellenze storiche per controllare e omologare il mondo…a scrivere si impara scrivendo , a pensare si impara pensando..il foglio bianco davanti è una finestra aperta, non un limite. Articolare i pensieri è alla base della società. Ed una corretta articolazione ne garantisce il corretto funzionamento, nel rispetto e apertura reciproca.
Mi trovo pienamente d’accordo con il professor Adami , quell’asticella va alzata, oggi più che mai, e da subito. Oggi che regna un caos distruttivo, la creatività confusa con il niente.. oggi che tutti si sentono intellettuali e chi viene eletto non possiede ne’ competenze e ne’ sa esprimersi correttamente. Dietro una parola scelta, pensata, c’è tutto un mondo, ci sono chiavi per aprire altri mondi, ci sono profumi, colori, vita, poesia.
Noi siamo fortunati, abbiamo una lingua incredibilmente ricca di parole: amiamola , proteggiamola, adoperiamola.
Per un mondo meno grigio.
Ho una figlia in maturità con discrete aspettative. sono due anni che non fa un tema, in quanto la professoressa non si fida della “autenticità “ del tema stesso non essendo scritto in presenza. La stessa cosa avviene anche nelle altre materie usando generalmente un metro piu basso di giudizio in quanto “ a casa è piu facile copiare”. Questo è avvilente sia dal punto di vista di fiducia che il docente dovrebbe avere nell’allievo ( fino a prova contraria), sia perché genera un distacco che va oltre lo schermo. Le affermazioni del professor Adami sono corrette e giustificate, ma come si fa a pretendere di fare un esame senza avere alcun allenamento specifico? Si passa da una semplificazione esagerata ( 2020) ad una complicazione non giustificata nella quale ricadranno ( speriamo) solo i maturandi 2021.
Parole sante!
L’idea è assolutamente ridicola oltre che pretestuosa.
In tempi migliori di questi non sarebbe mai stata pensata, let alone ammessa alla discussione
Il testo di Adami è lucido e ben scritto
Attualmente viviamo tutti in un contesto completamente modificato rispetto a 10, 20 e oltre 30 anni fa.
Una volta il figlio diceva al padre e alla madre che i tempi erano diversi, cambiati, le famose parole:”voi non potete capire!”.
Oggettivamente adesso il distacco temporale è ancora più repentino, esasperato e forte.
Le generazioni maturande sono certamente molto diverse da tanti di noi, proprio perché beneficiano o sono vittime di una tecnologia che è senza eguali proprio per incremento di un’impennata di innovazione.
Ritengo che le motivazioni portate dai ragazzi di abolire la prova del tema possano essere, dal loro punto di vista, una possibilità di rompere gli schemi con il passato e sarebbe sicuramente interessante valutare una loro moderna proposta di rielaborazione, altrimenti vedrei solo la richiesta sterile di aggirare l’ennesimo esame della vita come quando fu, ahimè, abolito l’esame di 5^ elementare.
Quindi sarei pronta al cambiamento, inteso come rinnovo, ma non all’abolizione come mero aggiramento degli ostacoli.
Registro almeno due cose sconcertanti.
Sconcertante è il fatto che le linee guida di un cambiamento, non certo banale, vengano dettate direttamente dagli studenti delle scuole superiori. Clamorosamente sconcertante è che il ministro della pubblica istruzione sia orientato ad accogliere la richiesta.
Non perché non si debbano ascoltare gli studenti, ma così come presentata la cosa, denota, in prima battuta, un sistema decisionale totalmente privo di ogni visione.
Dico questo perché credo vivamente che occorrano dei cambiamenti strutturali del sistema scuola, che ovviamente non mi azzardo a dire che debbano passare dal cancellare la prova di maturità. Occorre fare un lavoro complesso e dinamico che abbia come base la necessità di rigenerarsi ogni qualvolta ce ne sia la necessità. Andiamo magari a studiarci anche cosa fanno nelle scuole sperimentali di Finlandia, Germania, ecc..
Occorre fare di tutto per poter migliorare la formazione dei nostri ragazzi, che, di fatto è la cosa più importante che debbano fare.
Attualmente viviamo tutti in un contesto completamente modificato rispetto a 10, 20 e oltre 30 anni fa.
Una volta il figlio diceva al padre e alla madre che i tempi erano diversi, cambiati, le famose parole:”voi non potete capire!”.
Oggettivamente adesso il distacco temporale è ancora più repentino, esasperato e forte.
Le generazioni maturande sono certamente molto diverse da tanti di noi, proprio perché beneficiano o sono vittime di una tecnologia che è senza eguali proprio per incremento di un’impennata di innovazione.
Ritengo che le motivazioni portate dai ragazzi di abolire la prova del tema possa essere, dal loro punto di vista, una possibilità di rompere gli schemi con il passato e sarebbe sicuramente interessante valutare una loro moderna proposta di rielaborazione, altrimenti vedrei solo la richiesta sterile di aggirare l’ennesimo esame della vita come quando fu ahimè abolito l’esame di 5^ elementare.
Quindi sarei pronta al cambiamento, inteso come rinnovo, ma non all’abolizione come mero aggiramento degli ostacoli.
Assolutamente d’accordo con il prof. Adami. Sempre più spesso ci si imbatte nell’incapacità di redigere testi, anche banali. Mi permetto di aggiungere che oltre alle restrizioni imposte dalla DAD, le cause vanno ricercate anche nella ormai scarsa passione e attitudine verso la lettura.