Il rimpianto di Asclepigenia, ovvero l’errore dell’accidia
un supplemento di Achille Varzi e Claudio Calosi a
Le tribolazioni del filosofare. Comedia
metaphysica ne la quale si tratta de li errori & de le pene de l’Infero
(Roma-Bari, Editori Laterza 2014)
Nell’imminenza dell’anno dantesco riprendiamo qui, a sei anni dalla sua uscita in rivista, questo sorprendente e accorante fake socratico-dantesco, ancora una volta pazzamente geniale: evidentemente un rivolo morale sfuggito all’impianto eminentemente metafisico della discesa ai gironi infernali degli “errori” filosofici giù per i quali ci conducono Varzi e Calosi, in figura di Socrate e Poeta.
Essendomi all’epoca accorta con gaudio e terrore che anche “de te (de me! – RDM) fabula narratur” – probabilmente, almeno, o direi certamente, per quanto riguarda gli errori metafisici (perché credo in un mondo pieno di colori e di valori, negativi e positivi, e non nell’abbagliante vastità dei paesaggi desertici) – mi balzò il cuore in petto quando incontrai, solo ieri, la tragica figura di Asclepigenia, l’accidiosa, prometeica figura punita nel I girone dei peccatori modali, gli “avversi al possibile”, inchiodata alla terribile pena di ripetere il suo coatto rimpianto:
Io canto quel che sol m’è da cantare:
l’amaro canto che m’ha condannato
di che non feci e che potevo fare.
Non sarà forse facilissimo dirimere dalla pasta sonora del volgare trecentesco tosco-anglo-siculo-trentino la metafisica dei mondi possibili di D. Lewis, inopinatamente convocata a sostenere la nostra riprovazione morale nei confronti della filosofa che confessa (oh sollievo, non son dessa):
Io creddi che non v’era altro potero
che l’essere. Io chi sarei potuta
non fui, ben che potei quel che non ero.
In quest’ accidia è quel che m’ha perduta»
Ma tanto chiare e soccorrevoli sono le dottissime note al testo poetico, e soprattutto tanto positivamente belle sono queste terzine scolpite nel corpo di un italiano possibile, anzi nascente sotto le mani dei non accidiosi loro artefici, che consiglio a ciascuno questo esercizio di meditazione filosofica, morale e poetica. Buona lettura del pdf scaricabile qui.
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