Volentieri riprendiamo questo articolo scritto da Alessandra Dall’Olio e recentemente pubblicato nei Quaderni della Ginestra.
Il bipede barcollante: tra equilibrio e disequilibrio ontologico
Il problema mente corpo è da sempre oggetto di indagine filosofica. Obiettivo di questo articolo è mostrare, contro le concezioni cartesiane della mente disincarnata i) l’unità psicofisica di mente e corpo ii) che la teoria dell’embodied mind è vera e iii) che il corpo è fondamento identitario dell’io. Per dimostrare ciò adotterò il metodo fenomenologico: esporrò il mio caso vissuto in prima persona, riguardante una malattia che colpisce uno dei sensi fondamentali nella percezione del mondo, la propriocezione, in particolare vissuta nella perdita di equilibrio. Questo caso è un controesempio a tutte le teorie di una mente disincarnata e disimpegnata dal contesto corporeo e ambientale in cui vive, perché si pone come una dimostrazione concreta del fatto che una perdita del senso corporeo per eccellenza, la propriocezione, compromette anche il buon funzionamento della psiche. Questo per attestare che la mente e il 1corpo sono un’unità psicofisica o appunto psicosomatica e che l’io, che si è soliti considerare – col retaggio della tradizione cartesiana – come una mente disincarnata, è invece incorporato e situato e non può essere distaccato dal corpo in cui vive. Il mio caso vissuto sarà confrontato ad un altro caso della letteratura filosofica, quello di Christina la disincarna-ta (Oliver Sacks, 1985) caso in cui la perdita di propriocezione implica la perdita della consapevolezza corporea e quindi anche di quella identita-ria. Saranno infine introdotti i concetti teorici di body schema e body image per facilitare la comprensione delle tesi i), ii) e iii).
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