È con grande preoccupazione che i promotori e firmatari di questo Appello, in un contesto politico e mediatico che pare avere perso, oltre che la misura del civile confronto dialettico, anche il senso delle priorità del Paese, decidono di rivolgersi con questa lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai Presidenti della Camera e del Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, e al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per chiedere che nella veste di alte cariche dello Stato, richiamino il Governo, il Parlamento, i Consigli Regionali, la Conferenza Stato-Regioni e tutti i partiti rappresentati in detti organi, a fare chiarezza in merito allo stillicidio di notizie vere o presunte attorno al tema della cosiddetta “Autonomia Differenziata” per aprire un qualificato e trasparente dibattito pubblico attorno a una questione di altissima rilevanza per il futuro della nostra Repubblica.
Se infatti dobbiamo prestare fede alle dichiarazioni dei Presidenti di Regione (Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, che da sole raggiungono il 40% del Pil del Paese) coinvolti in questo fantomatico negoziato, alle indiscrezioni comparse sulla stampa e alle considerazioni critiche più volte formulate al riguardo da non pochi analisti impegnati nei settori in cui prevalentemente i firmatari di questo Appello operano – ovvero la Scuola e l’Università – ci troveremmo di fronte a una sorta di lucrosa secessione strisciante di alcune Regioni del Nord Italia, che aprirebbe la strada a un processo di sottrazione di risorse pubbliche a danno delle Regioni economicamente più deboli, soprattutto meridionali. Si parla di tagli ingenti, che avrebbero ricadute strutturali e di lungo periodo su comparti vitali come Salute, Trasporti, Scuola, Università. Ma anche di tacito consenso alle amministrazioni regionali di aggirare ogni vincolo d’interesse nazionale in settori delicatissimi e cruciali quali l’Istruzione, l’Ambiente e il Paesaggio, l’Urbanistica, i Beni culturali. Se così fosse, gli effetti sarebbero disastrosi per l’Italia, sia per le sue prospettive economiche, approfondendo il divario tra aree geografiche in termini di potenzialità e opportunità di sviluppo, sia per la sua tenuta democratica, scindendo definitivamente gli italiani in cittadini di serie A e di serie B. Pur non essendo privo di fondamento l’argomento secondo cui una parte del Paese, per cause storiche ben note, dipende strutturalmente dalla ridistribuzione delle risorse tra le Regioni, questo non può giustificare la cosiddetta “Autonomia Differenziata”, soprattutto se essa si risolve in una sorta di secessione dei ricchi che abdicasse all’obiettivo di affrontare nodi storici della Repubblica Italiana, come l’inefficienza delle istituzioni preposte alla riscossione fiscale e alla riduzione degli sprechi.
Siamo consapevoli che l’articolo 5 della Costituzione prevede il riconoscimento e la promozione delle autonomie locali, attuando nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo e adeguando i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento. Allo stesso modo sappiamo che la riforma del titolo V della Carta ha ampliato lo spettro di competenze cui lo Stato può derogare in favore delle Regioni. E tuttavia non possiamo non ricordare anche quanto è contenuto nell’articolo 116, il quale, pur riconoscendo la possibilità di attribuzione di “forme e condizioni particolari di autonomia” anche a Regioni a statuto ordinario – diverse, dunque, da Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta – prevede che ciò debba avvenire per mezzo di una legge dello Stato approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, su iniziativa della Regione interessata, ma previa intesa con lo Stato e, in ogni caso, nel rispetto dei principi di coesione e solidarietà sociale richiamati nell’articolo 119, il quale a tal fine istituisce un fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante e stabilisce come obiettivo la rimozione degli squilibri economici e sociali che ostacolino “l’effettivo esercizio dei diritti della persona”.
Comunque s’intenda dare attuazione al principio di autonomia, riteniamo infine debba avvenire su un piano di parità tra territori e tra cittadini. E che una tale riforma non possa prescindere da un aperto, informato e partecipato dibattito pubblico. Non vorremmo che, di fronte alla difficoltà delle forze politiche e sociali di offrire al Paese un orizzonte unitario sufficientemente condiviso, si arrivasse al basso compromesso di consentire a ciascuno di acquartierarsi nelle aree del Paese di maggior radicamento e consenso elettorale, approfittando dell’autonomia soltanto per consolidare il proprio potere locale, con il rischio di minare il progetto di autogoverno solidale alla base della Repubblica italiana, senza il quale è il suo stesso futuro a essere messo a repentaglio.
Gli estensori:
Stefano Cardini, giornalista, Centro di Ricerca Persona, Università Vita-Salute San Raffaele
Paolo Costa, filosofo
Vincenzo Costa, Professore ordinario di Filosofia Teoretica, Università del Molise
Roberta De Monticelli, Professore ordinario di Filosofia Teoretica, Università Vita-Salute San Raffaele
Carlo Serra, Ricercatore e Docente di Estetica e Filosofia della Musica, Università della Calabria
L’Appello di cui sopra si associa al seguente, pubblicato DOMENICA 16 GIUGNO 2019 sulla pagina Facebook dell’Università Federico II di Napoli e qui scaricabile in formato Pdf:
Contro il regionalismo differenziato scende in campo la Federico II! _ Facebook-1
Chiunque, concordando con le preoccupazioni alle quali s’è qui inteso dar voce, volesse sottoscrivere l’appello, è sufficiente inserisca a suo commento NOME e COGNOME, eventualmente PROFESSIONE e struttura di AFFERENZA, per mezzo della maschera in fondo a questa pagina. L’appello è una bozza alla quale nelle prossime settimane s’intende dare massima diffusione. Ogni commento in calce da parte di chi intenda sottoscriverlo, volto a migliorarla o integrarla, è benvenuto. Se il commento non compare immediatamente è perché è soggetto ad approvazione.
Grazie
Giornalista, Centro di Ricerca Persona, Università Vita-Salute San Raffaele.
Ricercatore invitato, Institut d’Histoire et de Philosophie des Sciences et de Techniques – CNRS;
Postdoc in filosofia, Universidade de São Paulo.
Insegnante.
C’è autonomia e autonomia. Come sottolineano i colleghi giuristi della Federico II di Napoli, questo “regionalismo differenziato” è stato disegnato con “un procedimento inedito e privo di fondamento normativo, che relega il Parlamento in ruolo ratificatorio e che ha tenuto a lungo i contenuti delle «intese preliminari» sotto un velo di fitta opacità”. In altre parole, stiamo subendo un’iniziativa completamente sottratta a un vero dibattito parlamentare e pubblico, che rischia di deferire materie delicatissime a politiche locali indifferenti ai vincoli dell’interesse pubblico: non solo nazionale ma universale. Sarebbe il trionfo del più nefasto dei nostri mali di sempre: l’asservimento delle risorse materiali e ideali della Res Publica al più ottuso e riottoso “particulare”. Per queste ragioni firmo, e spero che i colleghi dell’Università e della Scuola si associno a questa voce critica.
Roberta De Monticelli – P.O. di Filosofia della Persona – Università Vita Salute San Raffaele
Docente
firmo
Inaccettabile la REGIONALIZZAZIONE della scuola.
PA Filosofia e teoria dei linguaggi
Università della Calabria
Davide Rossi
docente-bibliotecario presso Liceo Classico Statale “L. Ariosto” di Ferrara
Valentina Grassano
Federica Falsini. Docente precaria nella scuola secondaria di I* e II* grado.
Docente liceo classico “Vittorio Emanuele II” – Palermo
Professore associato, Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali, Università di Messina
PA Filosofia e Teoria dei Linguaggi,
Università degli studi di Palermo
È un’iniziativa necessaria
Compositore, insegnante e operatore culturale
Firmo per fedeltà alla Costituzione.
(1) L’educazione scolastica e la formazione universitaria sono elementi costitutivi dell’identità nazionale, non di quella regionale;
(2) è inaccettabile che vi siano sistemi formativi ricchi per le regioni ricche e poveri per quelle povere, all’interno dello stesso paese;
(3) gli effetti negativi della riforma colpiranno l’Italia nel suo complesso, non solo le regioni più povere: il paese è e viene considerato all’estero come un’unità, non come venti nazioni diverse.
Sottoscrivo.
Alesaandro Benigni
Docente di Filosofia e Storia
Lodevole iniziativa
Docente di Filosofia
Una necessità.
Docente di filosofia
Studente al corso di laurea magistrale in Scienze Filosofiche, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università di Catania.
La scuola non deve essere assolutamente regionalizzata.
Docente precaria nella scuola primaria.
Psicologo-Psicoterapeuta. Docente a contratto.
Firmato
Docente di scuola secondaria
L’Italia è una e indivisibile. Tutti possiedono gli stessi diritti e gli stessi doveri.
Letteratura inglese – dipartimento di Studi Umanistici – Università della Calabria
PA Pedagogia generale e sociale
Università Cattolica del Sacro Cuore
Firmo.
Alessandra Augelli
Insegnante e docente a contratto, Pedagogia Interculturale, Università Cattolica del Sacro Cuorr
le conseguenze della sciagurata modifica dell’art V della Costituzione devono essere fermate. Salute, Ricerca, Infrastrutture, Scuola e Università devono essere sotto il controllo diretto dello Stato e non possono e non devono essere appannaggio delle singole Regioni, così come non lo possono essere le risorse economiche che vanno a finanziarle. firmo nella speranza di una ulteriore rimodificazione del devastante art V.
Alberto Cecchetti
Professore di Composizione
Professore di Filosofia dei linguaggi musicali
Conservatorio Statale di Musica “Lorenzo Perosi” – Campobasso
Sottoscrivo
L’Italia è Una ed Indivisibile.
Caterina Pansera – domenica 21 luglio 2019- SOTTOSCRIVO
Laureato in Archeologia. Aspirante scrittore.
Docente
sottoscrivo con convinzione
Docente di scuola secondaria di secondo grado
Docente
Ricercatore Università San Raffaele di Milano
Sottoscrivo.
Bibliotecaria dell’Università della Calabria
Paolo Costa, filosofo, Trento
No comment. Che cosa dire di fronte a uno “scempio” demagogico e ingiustificabile avvantaggiando chi già gode di buona salute e precarizzando chi già è annosamente in difficoltà?
sottoscrivo
Docente secondaria superiore
Luca Ghirotto, ricercatore, Università di Verona
Francesca De Vecchi
Professore associato di filosofia teoretica, università San Raffaele
Mentre qualcuno raccoglie consensi sventolando con una mano lo slogan ” Prima gli italiani”, l’altra mano è impegnata a dividere gli italiani in due serie, quelli di serie A e gli altri in fondo allo stivale di serie B.
Difendere l’unità del Paese e combattere gli sprechi e le camarille.
Francesca Forlè
Assegnista di ricerca, Università San Raffaele
Docente di Filosofia
Importante!
Insegnante
Avvocato, Agrigento
Sottoscrivo contro il disastro di una proposta incostituzionale.
Insegnante
Pedagogista. Già Dirigente scolastico, ricercatore Irre e doc.Univ.di Torino
Si tratta di disegno che copia e fonda il modello Bosnia in Italia.
Condivido tutto
PA di Pedagogia Generale e Sociale
Va tutelata l’unità del territorio. Anche una firma può contribuire
Grazie
Bisogna ricostruire il “Paese” proprio a partire dalla scuola e non accettare ciò che lo divide o, al suo interno, discrimina fra chi ha e chi non ha ecc.. L'”autonomia differenziata” ha la spocchia e l’arroganza di chi crede che il Paese appartenga solo ai privilegiati per censo o a chi pensa che sia giusto e doveroso – che ad una bimba che non può pagare una retta della mensa scolastica – sia dato solo un pacchetto di crackers e non il pasto intero.
Casalinga
ALFONSO MAURIZIO IACONO
professore ordinario di Storia della filosofia.
Università di Pisa
Studente di filosofia, Università di Pisa
Aurelio Cevolotto, insegnante, liceo Oberdan, Trieste.
Fermamente contrario alla scuola regionalizzata e al trionfo degli egoismi localistici.
Storico della filosofia. Già Dirigente di Ricerca del CNR
Simona Finetti
Giuseppe Naglieri, dottorando di ricerca in Diritto Costituzionale Comprato presso l’Università degli Studi di Bari, doctorando en Ciencias Juridicas y Sociales por la Universidad de Malaga.
Insegnante scuola primaria
D’accordissimo!!!
Ricercatrice
COME PROFESSORE DI UNA UNIVERSITA’ PUBBLICA DELSUD NON POSSO CHE CONCORDARE CON GLI ESTENSORI DEL DOCUMENTO.
Ricercatore di musicologia, Università degli Studi di Milano
Insegnante Scuole Superiori (Laureato in Scienze Filosofiche e in Pedagogia).
Lodevolissima iniziativa. Il rispetto delle autonomie regionali non può rischiare di penalizzare quello delle pari opportunità.Urge mediazione dibattimentale aperta.
Grazie agli estensori per aver reso noto l’incombente rischio.
Professore associato di Diritto privato, Università di Trento
Firmo come cittadino, docente di filosofia, fedele alla Costituzione.
Maestra scuola primaria ma in primo luogo cittadina che crede nella democrazia
Firmo come cittadino della Repubblica italiana
Viva la Repubblica, nata dalla Resistenza.
Condivido le istanze espresse nel presente appello. Tuttavia mi lascia perplessa questo assunto di base: ” Pur non essendo privo di fondamento ľargomento secondo cui una parte del Paese dipende, per ragioni storiche ben note, dalla distribuzione delle risorse tra le Regioni, questo non può giustificare la cosiddetta ‘autonomia differenziata’…” Credo che possano coesistere altri argomenti e punti di vista: ľassunto che serve a giustificare la “secessione dei ricchi” è, a mio modo di vedere, un pre-giudizio, così come il teorema delle regioni “virtuose”….. Per il resto, sottoscrivo ľappello.
Margherita Giannilivigni, docente di scuola secondaria di secondo grado, Palermo
In una realtà nella quale la dimensione minima è quella europa, sarebbe assurdo ragionare in termini di regionalizzazione dell’istruzione
Quando la dimensione minima è quella europea, sarebbe assurdo parlare di regionalizzazione
Docente scuola secondaria di primo grado.
Lodevole iniziativa
Docente scuola secondaria di primo grado
Lodevole iniziativa
Sottoscrivo l’appello
Insegnante scuola primaria
già professore ordinario di Urbanistica Politecnico di Bari
Medico
Da precario della ricerca, condivido convintamente la lettera-appello
Sottoscrivo l’appello
Marco da Vela
Dirigente scuola secondaria di secondo grado in pensione
Sottoscrivo l’appello
Ricercatore in scienze documentarie, Università di Macerata