Research Centre in Phenomenology and Sciences of the Person
Phenomenology Today Workshop
Facoltà di Filosofia, Università Vita-Salute San Raffaele (Milano)
Mercoledì 24 gennaio 2018
(aula Agnodice, DIBIT 1)
ore 11:00 – 13:00
Alessandro Salice, University College Cork
Sull’invidia
All’interno della ricerca sulle emozioni, l’invidia è generalmente descritta come un’emozione puramente individualistica: la rivalità che inerisce all’invidia indica che la relazione tra l’invidioso e il rivale è di natura antagonistica e, pertanto, antisociale. Nella mia presentazione, contrasto quest’idea difendendo la tesi che l’invidia presuppone un senso del noi.
Nella prima parte, sostengo che l’invidia – se intesa come un tipo singolo di emozione – è sempre ostile e che l’ostilità nei confronti del rivale è scatenata dalla combinazione del senso di impotenza dell’invidioso (nel raggiungere il bene posseduto dal rivale) con la percezione che un principio di egualità sia stato violato (dal possesso altrui del bene).
Nella seconda parte, introduco la nozione di “emozione riflessiva etero-indotta” concentrandomi su casi paradigmatici del provare vergogna o orgoglio per qualcun altro (concepito dal soggetto come membro del proprio gruppo). Applico quindi questa nozione all’invidia sostenendo (i) che l’impotenza sentita dal soggetto fonda la riflessività dell’emozione (ovvero, il suo avere il soggetto stesso dell’emozione come oggetto intenzionale) e (ii) che il rivale è concepito dal soggetto come un membro del proprio gruppo.
Nella terza parte, supporto il punto (ii) argomentando che l’invidia presuppone il desiderio di due beni: il primo bene (bene superficiale) è quello focale nella struttura intenzionale dell’emozione ed è variabile da caso a caso. Al bene superficiale è però sotteso un bene profondo che è costante in tutti gli episodi di invidia: questo è la stima dei membri del proprio gruppo di riferimento (amour propre), la quale è assicurata dal possesso del bene superficiale. Il rivale, pertanto, è riconosciuto (e stimato) come un membro dello stesso gruppo con cui il soggetto si identifica. Pertanto, invece che escluderlo, l’invidia piuttosto presuppone un senso del noi, da cui si può concludere che essa è un’emozione sociale.
I seminari sono aperti a tutte le persone interessate
Per ulteriori informazioni: n.miglio@studenti.unisr.it
Direzione scientifica: Roberta De Monticelli, Francesca De Vecchi, Francesca Forlè
Organizzazione: Bianca Bellini, Nicole Miglio
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