Volentieri pubblichiamo una riflessione di Roberta De Monticelli su un articolo di Michael Walzer recentemente comparso in Il Sole 24 Ore: “La verità sulla Rivoluzione d’Ottobre”
“La verità sulla Rivoluzione d’Ottobre” – MICHAEL WALZER
E’ stata un disastro – per il popolo russo, per l’Europa, e per la sinistra in tutto il mondo. Il fatto che la teoria marxista non prevedesse una rivoluzione in Russia è talvolta considerato un segno della debolezza della teoria, ma sarebbe meglio considerarlo un segno della sua forza morale. Le previsioni di Marx erano in realtà ambiziose e giuste. Questa rivoluzione non ci sarebbe dovuta essere. La società russa non era pronta ad appoggiare e sostenere una rivoluzione autenticamente socialista e democratica.
Un disastro per il popolo russo: perché la rivoluzione ha portato nella sua scia una brutale dittatura, polizia segreta, processi farsa, purghe, deportazioni di popolazioni, gulag siberiani e assassinii di massa. Tutto questo è ben noto, per quanto sia stato negato per troppo tempo da molta parte della sinistra.
Un disastro per l’Europa: perché il Partito comunista tedesco, sotto la direzione di Mosca, adottando la politica del “tanto peggio tanto meglio”, combattendo contro i socialdemocratici come fossero il nemico più vicino, ha contribuito a portare i nazisti al potere; perché il patto Hitler-Stalin ha permesso l’attacco della Germania a Occidente (e non ha impedito un successivo attacco a Oriente); e perché all’indomani della Seconda guerra mondiale, si sono instaurate delle dittature comuniste nell’Europa dell’Est, mantenute al potere dall’esercito sovietico.
Un disastro per la sinistra: perché la rivoluzione è arrivata in un momento in cui si stava rafforzando la versione socialdemocratica della sinistra europea e ha prodotto un’enorme divisione nella sinistra e un forte indebolimento della socialdemocrazia; perché il bisogno sentito da molti a sinistra di difendere la repressione e il terrore nell’Unione sovietica ha portato alla corruzione morale, a quello che Albert Camus ha definito l’evento centrale del Ventesimo secolo: «L’abbandono dei valori della libertà da parte dei movimenti rivoluzionari»; perché quando, infine, i partiti socialdemocratici sono andati al potere in Europa occidentale dopo la Seconda guerra mondiale, il loro necessario anticomunismo li ha resi più conservatori di quanto sarebbero potuti essere. E perché in altre parti del mondo i comunisti hanno preteso di essere gli unici di sinistra, hanno assassinato chiunque contestasse questa loro rivendicazione e hanno instaurato regimi brutali: in Cina, Corea del Nord, Cambogia e Vietnam.
Non posso immaginare che qualcuno sostenga che tutto questo non conta a fronte del grande risultato del rovesciamento del regime zarista. La vecchia autocrazia russa era veramente tremenda, ma sembra quasi benevola se mettiamo bene a fuoco quello che è successo dopo. È importante metterlo bene a fuoco, ma potrebbe essere politicamente utile anche cercare di scrivere una storia controfattuale: come sarebbero state la Russia, l’Europa e la sinistra oggi se i Menscevichi (i socialdemocratici russi) avessero vinto? A volte è bello sognare.
E’ davvero “La verità sulla Rivoluzione d’ottobre” quella di Walzer? – ROBERTA DE MONTICELLI
Non se la cava un po’ troppo rapidamente, Michael Walzer in questo suo articolo pubblicato su “Il sole-24 ore” il 2 ottobre 2017, ma che viene giusto a puntino per riflettere sulla Rivoluzione d’ottobre, che fa invece i suoi cent’anni il 7 novembre? Proprio perché non c’è niente da eccepire sui fatti indubbiamente catastrofici che Michael Walzer elenca, e ancor meno c’è da obiettare alle colpevolissime rimozioni di una parte delle sinistre europee (una parte soltanto: Ignazio Silone, che era forse il secondo dirigente comunista italiano dopo Togliatti, se ne andò’ nel 32 se non sbaglio: e quanto fosse già evidente che cos’era lo stalinismo a chiunque avesse voluto guardare lo vedrà chiunque (vorrei parlare soprattutto ai giovani) legga oggi il suo grande saggio Uscita di sicurezza). Proprio per questo, non sarebbe da approfondire ben altrimenti “quello che Albert Camus ha definito l’evento centrale del Ventesimo secolo: ‘L’abbandono dei valori della libertà da parte dei movimenti rivoluzionari’”? Albert Camus, appunto, dedicò a questo evento uno dei suoi libri più belli, L’homme revolté, e una delle sue più belle tragedie, Les justes. Michael Walzer se la cava infinitamente più a buon mercato, con la meno verosimile delle argomentazioni: aveva ragione Marx. Non è in Russia, nell’economicamente arretrata Russia, che la rivoluzione avrebbe dovuto avvenire. Dunque, se aveva ragione Marx, è vero anche tutto il pensiero che nutre le ragioni di Marx? Cioè il sostrato volta a volta cangiante a seconda dell’interlocutore da confutare, storico/deterministico/idealistico /materialistico /dialettico, che ha portato in buona fede tante, tante, troppe persone a credere in un’idea così sbagliata 1) della scienza 2) dell’etica e della politica in quanto tali 3) del loro rapporto con la scienza? E se non lo è, quali sarebbero esattamente le ragioni vere di Marx? A me questo articolo sembra di una leggerezza insostenibile, poco all’altezza della fama di Michael Walzer, filosofo politico. Ma è tutto da discutere!
Solo se Marx avesse detto che una rivoluzione (se proprio la si voleva fare) era meglio farla in una societa’ pienamente capitalistica si potrebbe concludere che -visti i risultati della rivoluzione russa- aveva avuto ragione. Forse: dopo tutto i risultati di una rivoluzione realizzata seguendo il consiglio di Marx non li abbiamo mai visti, e avrebbero potuto essere anche peggiori…Ma io credo che Marx non avesse dato nessun consiglio di questo tipo, ne’ che avesse detto che una rivoluzione di qualche tipo ci sarebbe stata, ma che ci sarebbe stata quando il culmine dello sviluppo capitalistico avesse mostrato il suo orrendo rovescio, una crisi economica profondissima. Negli anni ´30 ci fu una crisi economica mondiale, che colpi’ soprattutto i principali paesi industrialmente avanzati. Ma in nessuno di questi vi fu una rivoluzione, proletaria o meno. Non capisco quindi l´affermazione di Walzer, secondo cui Marx aveva ragione: in cosa?