Riceviamo e pubblichiamo questo estratto dalla Presentazione di un libro in preparazione. L’originale del testo di Husserl cui si riferisce si può leggere qui. Commenti benvenuti, e benvenuto chi – anche fra gli studenti – vorrà esercitarsi in una traduzione di questo bellissimo testo, che pubblicheremo quindi anche in italiano sul nostro blog.
Edmund Husserl e Bernard Shaw. Un’affinità elettiva
di Roberta De Monticelli
“Ebbene, la mia solitudine sarà anche la mia forza”. Questa è una delle battute centrali della Santa Giovanna di George Bernard Shaw, l’opera che valse a Shaw il Nobel nel ’25, e fu pubblicata inizialmente in una traduzione tedesca nelle Neue Rundschau di Berlino nell’estate del 1924, ma ancora prima, dopo il successo straordinario della prima newyorkese, nel dicembre del ’23, fu quasi istantaneamente inscenata anche a Londra, a Berlino, a Parigi, a Vienna, a Mosca, ad Amsterdam, a Venezia e a Praga[1]. Ne scrisse perfino Luigi Pirandello sul New York Times[2]!
C’è un breve scritto di Husserl che risale esattamente a quegli anni, gli stessi in cui scrive estesamente sull’idea di rinnovamento, una serie di saggi apparsi da noi sotto il titolo de L’idea d’Europa – che gli erano stati commissionati dalla rivista giapponese Kaizo, “Rinnovamento”, appunto. Una sorta di laudatio, comunque una commossa meditazione sull’arte di Bernard Shaw, che ha per titolo Shaw e la forza di vita dell’Occidente, in palese opposizione con Il tramonto dell’Occidente – una citazione dell’opera allora straordinariamente fortunata di Oswald Spengler, che apre l’articolo:
“Il tramonto dell’Occidente, questa recente teoria di uno scetticismo filosofico ben privo di coraggio, come può preoccuparci in un epoca in cui le commedie di Shaw rallegrano i cuori dappertutto, e istillano quella fiducia che sostiene ogni vita autentica e ogni scienza autentica, e fa scomparire ogni scetticismo”.[3]
Impareremo a conoscere il senso insieme ampio e preciso del termine “scetticismo” in Husserl. Il quale in una nota di diario, vedremo, appare personificato nella figura del Diavolo, che, con la Morte, affianca il Cavaliere in una famosa incisione di Dürer… Ecco, le brevi ma intensissime pagine di Husserl su Bernard Shaw, oltre a gettare una luce vivida sulle sue affinità elettive, suggeriscono che il personaggio della ragazza – visionaria e lucidissima, estatica e concreta, spoglia di ogni erudizione ma capace di uno sguardo insieme candido ed acuto – sia come la versione femminile del Cavaliere, l’alter ego di Husserl. Forse, la stessa fenomenologia. In ogni caso, la figura dell’idealismo, nel senso che la parola acquista in Husserl: la disponibilità a riconoscere le idee come si danno, il loro dono. (continua a leggere l’articolo qui)
[1] B. Tyson (1982), The Story of Shaw’s Saint Joan, v. anche http://www.dramaonlinelibrary.com/books/saint-joan-iid-115635/do-9781408184110-div-00000006
[2] New York Times, 13 January 1924, riprodotto in T.F. Evans, ed., George Bernard Shaw: The Critical Heritage, 1976, pp. 275–6, 279–84.
[3] Husserliana 27, Aufsätze und Vorträge. 1922-1937. [Articles/essays and lectures. 1922-1937.] Edited by T. Nenon H.R. Sepp. The Hague, Netherlands: Kluwer Academic Publishers, 1988. “Beilage XI: Shaw und die Lebenskraft des Abendlandes“, in: Edmund Husserl, Fünf Aufsätze über Erneuerung, pp.122-124.
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