La riforma costituzionale: una questione civile e culturale
Martedì 25 Ottobre, 2016, ore 10.30
Università Vita-Salute San Raffaele
Aula Caravella Santa Maria
Saluto del Presidente, Dott. Roberto Mazzotta e del Rettore, Prof. Alessandro Del Maschio
RELATORI
Prof.ssa Marilisa D’Amico
Prof.ssa Roberta De Monticelli
Prof. Michele Nicoletti
Prof. Gustavo Zagrebelsky
MODERA
Prof. Roberto Mordacci
Incontro aperto al pubblico
Scarica il pdf della locandina qui
A me sembra che sia stata nel complesso una discussione proficua e degna di voi studenti che l’avete chiesta e messa in piedi. Però sarebbe ancora migliore se il poco spazio, purtroppo, rimasto per le vostre domande e i vostri ragionamenti si estendesse e prolungasse in qualche libera sede di dibattito. Il Centro PERSONA offre volentieri questo spazio: i post vanno mandati a me o a f.forle@studenti.unisr.it – So che avete i vostri blog e forum di discussione, ma niente impedisce di duplicare le vostre discussioni dando loro anche la visibilità di uno spazio che giunge a una piccola ma non piccolissima comunità di appassionati di filosofia e vita civile.
Mi dispiace non aver partecipato, sia perché mi sono appena inscritto, sia perché sono nei dintorni di Roma impegnato nella direzione lavori in un piccolo cantiere.
Mi sono inscritto per fascinazione della Prof. Roberta De Monticelli, dopo aver visionata ed ascoltata la sua relazione su Husserl, di cui a “il Caffè Filosofico” e per desiderio di partecipazione e di gioco lascio qui quel che avevo messo a commento di un video sintetico e ben fatto di “la Repubblica” sulle questioni in essere nella riforma. Tale commento voleva, appunto, provocare e sondare le tendenze e la preparazione civile e culturale dei commentatori.
LE SOTTOSTANTI RAGIONI PSICOLOGICHE DEL “Sì” E DEL “No” AL REFERENDUM
Scrive il grande Fromm: “Proprio come non è possibile comprendere adeguatamente i problemi psicologici al di fuori del loro contesto sociale e culturale, così non è possibile comprendere i fenomeni sociali senza la conoscenza dei sottostanti meccanismi psicologici” (“Fuga dalla libertà; p. 122), cioè esiste una molto stretta correlazione tra fenomeni sociali e psicologici.
E, allora, può essere interessante provare ad indagare su quali meccanismi psicologici sottostanno alle posizioni sociali orientate al “Si” ed al “No”.
“No”:
scrive sempre Fromm: “nel nostro sforzo di sfuggire alla solitudine e all’impotenza, siamo disposti a disfarci del nostro io… mediante un ossessivo conformismo ai modelli esistenti” (op. cit.; p. 122). La libertà è strenuamente rivendicata dai singoli e sancita nelle Costituzioni degli Stati Democratici. Ma in realtà nessuno la vuole perché, come scrive Fromm, ci farebbe sentire soli, isolati, impotenti, confusi, insicuri… Questo fa sì che non appena ci si libera “DA” qualsivoglia vincolo, per effetto della destabilizzazione che ne consegue, in effetti, si corra alla ricerca di nuove, diverse “appartenenze” cui aggregarsi ed adeguarsi, o si torni al Conformismo per ritrovare un senso di rassicurazione e protezione…
Costoro sono timorosi di ogni più piccolo cambiamento, difendono strenuamente lo status quo, temono la guida da parte di una autorità forte, inseguiti dal fantasma di essere sottomessi e perdere una libertà che in effetti non hanno, se non nella illusione del loro piccolo io…
In definitiva sono le persone con la tensione alla LIBERTA’ DA che assistono impotenti al degrado sociale…
“Sì”:
È faticoso ed impegnativo, ma si può arrivare ad essere dei reali Adulti Consapevoli che, con coraggio e creatività, si prendono la libertà “DI” intraprendere, assumersi la responsabilità di sé, essere indipendenti, andare avanti, nonostante tutto… senza “appartenere” a nessuna religione, se non la propria del restare sulla “giusta via”, nel rispetto di sé e degli altri…
Costoro amano rischiare, fidando in sé stessi, nel proprio Potere Personale, Consapevoli che l’unica cosa che non cambia è il cambiamento per cui se non si evolve, si retrocede, c’è il degrado. Hanno altresì l’intelligenza di com-prendere che si procede per tentativi ed errori, fidando nella loro capacità di ridurre al massimo la probabilità di errore e, comunque, nel caso di occorrenza di un errore, fidano nella loro capacità di potervi far fronte.
Con la loro esperienza del fare imprenditivo, sanno che per procedere speditamente nella realizzazione di un Progetto è necessario un Capo-Progetto ed una coesione e collaborazione di Gruppo e mai passerebbe nella loro fantasia che il Capo-Progetto voglia diventare l’Autorità tirannica che li voglia sottomessi, perché, con la loro intelligenza, sanno e prevedono che lo stesso Capo-Progetto considererebbe tale eventualità antieconomica anche per sé stesso. Ed il Capo-Progetto deve essere unico, come la saggezza popolare sancisce nel suo aver elaborato che “se ci sono molti galli a cantare non fa mai giorno”.
In definitiva sono le persone con la tensione alla LIBERTA’ DI, facendosi attori dell’evoluzione sociale…
“Astensionismo”:
nel senso di impotenza e confusione che la Cultura sociale Capitalista crea si accumula tanta rabbia repressa che, inconsapevolmente, spinge alla ribellione, alla distruttività, per cui gli astensionisti al grido del “gliela facciamo vedere, capire noi, a questi lestofanti al Potere!” vivono il loro astensionismo come fosse un atto di ribellione, rivoluzione, razionalizzandolo in un atto di moralizzazione…
Dai commenti ricevuti, sento che in molti c’è come uno ‘sfogo’ di rabbia repressa (come riportato per lo “Astensionismo), senza una visione Sistemica che tenga conto della caratteristica EPOCALE di questa Crisi, e si assume Renzi come ‘capro espiatorio’, con critiche, giudizi, lamentele… che non si affiancano a ‘visioni’, ipotesi di Strategie diverse… costruttive…