Volentieri segnaliamo la pubblicazione di Fenomenologia del Vivente. Corpi, ambienti, mondi: una prospettiva scheleriana di Roberta Guccinelli, ed. Aracne.
Scarica la copertina in pdf qui
(dall’Introduzione)
Il libro delle esperienze*
Ci sono libri un po’ ieratici che profumano d’incenso, e ci soffocano, se non prendiamo subito una boccata d’aria pura. Ci sono libri ermetici che esercitano, solo per questo, un fascino segreto, perché non ci vediamo chiaro (“non mi ci raccapezzo”); inutile interrogarli, rimarranno sempre a debita distanza, e allora tanto vale rimetterli nello scaffale. Ci sono libri che parlano “di” ai quali siamo grati perché ci informano, permettendoci di allargare le nostre conoscenze o di approfondirle, ma ad essi non chiediamo niente più di questo, perché sappiamo che non possono darcelo. Ci sono anche libri però, come il Formalismo nell’etica e l’etica materiale dei valori (1913, 1916) di Max Scheler(1), al centro delle indagini che seguiranno, che ci parlano in un ideale dialogo socratico. Libri del genere ci incalzano addirittura,esortandoci a compiere con loro un viaggio ai limiti del linguaggio, oltre il déjà dit, perché sulla soglia in punta di piedi qualcosa si vede di nuovo, quasi sbocciasse improvviso ai nostri occhi dall’unità semantica che ne racchiudeva il contenuto qualitativo. (continua a leggere le prime pagine dell’Introduzione qui)
* Ho definito in questi termini il Formalismo nell’etica e l’etica materiale dei valori di Scheler nel Saggio Introduttivo all’edizione italiana del volume in questione da me curata [Scheler (2013)], “Dal destino alla destinazione. L’etica vocazionale di Max Scheler”, e ad esso mi permetto di rinviare: Guccinelli (2013). Per una contestualizzazione dell’opera e un’introduzione ai temi principali, oltre al Saggio Introduttivo, cfr. infra pp. 96–101.
(1) Scheler (2013). D’ora in poi citato spesso come Formalismus.
Commenti recenti