«Nell’affrontare il tema – spinoso e controverso – dell’ideologia gender occorre preventivamente segnalare che esso è, allo stato attuale, appannaggio del pensiero unico politicamente corretto e della fabbrica dei consensi. La nostra posizione – lo diciamo subito – va esattamente nella direzione opposta rispetto a quella del pensiero unico politicamente corretto e, per ciò stesso, non potrà da esso essere né accettata, né razionalmente discussa. Il pensiero unico ha infatti questo di proprio: sottrae preventivamente alla libera discussione critica i temi, innalzandoli a tabù su cui non è legittimo disputare. Si pensi anche solo alla questione della memoria o dello Stato nazionale, o, ancora, dell’odierna Europa. Compito di un pensiero autenticamente critico è, allora, riportare alla discussione razionale ciò che il pensiero unico ad essa sottrae. Ed è quel che proverò a fare nelle righe che seguono.
Sul tema dell’ideologia gender vorrei prendere le mosse da un libro recentemente apparso, che merita di essere letto. È lo splendido testo di Enrica Perucchetti e Gianluca Marletta, Unisex. La creazione dell’uomo “senza identità” (Arianna, Bologna 2014). Tutti dovrebbero leggerlo, per chiarirsi le idee intorno a uno dei problemi del nostro presente che vengono puntualmente presentati dal clero giornalistico e dal circo mediatico, gestori unici del “si dice” di heideggeriana memoria: l’ideologia gender, in nome della quale non esisterebbero più maschi e femmine, ma un pulviscolo anonimo e senza nessi comunitari di individui atomistici unisex. (…) »
(continua la lettura dell’articolo di Diego Fusaro su Scenari, Edizioni Mimesis)
«Caro Diego,
visto che ci conosciamo consentimi di darti del tu.
Il tuo talento nel generare tesi paradossali è sempre rimarchevole e perciò ti ringrazio per il contributo.
D’istinto mi verrebbe da dire semplicemente che dissento da ciò che dici, ma non vorrei mai ritrovarmi a mia insaputa nel campo acritico del “pensiero unico politicamente corretto e della fabbrica dei consensi”, dunque mi trovo costretto a riassumere, nei limiti del mio comprendonio, ciò che affermi e a svolgere alcune semplici critiche.
Le tesi che sostieni sono sostanzialmente queste quattro:
1) Esiste a livello mondiale, in fase di “diffusione planetaria” e di imposizione educativa, un’ideologia, chiamata “ideologia gender”.
2) Il contenuto fondamentale dell’ “ideologia gender” consterebbe della negazione di ogni distinzione naturale nella determinazione di genere, cioè nella negazione che l’identità sessuale percepita abbia alcunché a che fare con l’identità biologica.
3) Tale ideologia è conforme e funzionale al processo di livellamento dei vincoli sociali e delle identità personali che caratterizza il capitalismo avanzato (tipica tesi francofortese).
4) Tale ideologia è per di più attivamente alimentata e intenzionalmente sospinta dai “poteri forti” dell’economia mondiale, che se ne giovano per “distruggere la famiglia” e per “distruggere l’identità umana”.
Di queste tesi, che compaiono nelle tue pagine, io ritengo che la prima e la seconda siano distorsioni della realtà, che la terza avrebbe qualche merito se non fosse applicata in modo insostenibile, e che la quarta sia una tipica istanza di “teoria della cospirazione”.
Mi spiego. (…) »
(continua la lettura del commento di Andrea Zhok su Scenari, Edizioni Mimesis)
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