Ho ricevuto diverse sollecitazioni a partire dal mio breve intervento sul Lab, Sblocca-Italia o Rottama-Italia – Considerazioni su cinismo e politica: la maggior parte fuori da questa pagina, e ho provato a rispondervi. Purtroppo la risposta ha preso più spazio di quanto immaginassi, e quindi la divido in due quasi-recensioni: dove i due libri di cui parlo, M. Jevolella , Il segreto della vera ricchezza – Dialogo fra un economista e un povero, Feltrinelli 2014 e Angelo Bolaffi, Cuore tedesco – Il modello Germania, l’Italia e la crisi europea (Donzelli, seconda ediz. 2014) non hanno in realtà altro nesso fra loro che quello di trovarsi sul mio tavolo: rinvio chi fosse interessato all’uno o all’altro rispettivamente ai paragrafi 1 e 3.
Ma non si tratta (specie nel caso di Massimo Jevolella) di vere recensioni, ma appunto di approfondimenti, per me, di discussioni e sollecitazioni ricevute.
Le divido in due classi.
Curiosamente la maggior parte di queste sollecitazioni resta piuttosto indifferente allo specifico tipo di ingiustizia cui il mio articolo (e la raccolta di articoli che commentava) si riferiva, la rottamazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale italiano, appunto. Si parla più in generale di ingiustizie e di economia.
La prima classe comprende le posizioni di chi lega direttamente lo stato disastroso dell’economia italiana, ma soprattutto le ingiustizie che ne conseguono, in particolare per quanto riguarda l’aumento ben documentato della disuguaglianza (che diventa anche una disuguaglianza in “dignità e diritti”), a una certa – diciamo – filosofia economica (“neoliberismo”, “pensiero unico”, varie e vaghe le dizioni che hanno sostituito la dizione marxista classica “capitalismo”), filosofia economica che avrebbe l’effetto di minare infine (magari attraverso l’accumulo di potere delle multinazionali) le costruzioni normative degli stati e in particolare le loro democrazie, e più in particolare ancora le disposizioni normative delle loro costituzioni, i diritti, in particolare naturalmente quelli sociali. Questa è una posizione largamente diffusa a sinistra, anche se si alimenta a fonti culturali e teoriche diversissime, perché va dal neomarxismo antieuropeista di Diego Fusaro all’europeismo radicale e completamente liberal di molti esponenti ad esempio della Sinistra Europea (ad es. alcuni di quelli della Lista Tsipras).
Per continuare a leggere l’intero contributo: Filosofi a dialogo con le scienze sociali
Roberta:(“neoliberismo”, “pensiero unico”, varie e vaghe le dizioni che hanno sostituito la dizione marxista classica “capitalismo”)
Più che di sostituzione,sarebbe più corretto usare il termine ‘trasformazione’ (per esempio,la finanziarizzazione del capitalismo è una trasformazione – per qualcuno è anche una sorta di ‘evoluzione’ prettamente tecnologica del mondo finanziario quando tira in ballo l’hft(high frequency trading) o fht (financing high tech).
Ad ogni modo,nella facoltà di economia si apprende sopratutto quello che viene definito il main-stream che raramente viene messo in discussione,per esempio E.Brancaccio nel suo libro Anti-Blanchard nefa una descrizione accurata nonchè una critica su alcune premesse di tale main-strema.Il pensiero-unico in economia esiste insomma a vari livelli,cioè non solo in ambito prettamente reale (come accade nel mondo finanziario) ma anche in ambito prettamente accademico.