L’intervento (di cui dà conto Simona Ravizza sul Corriere della sera) del Rettore dell’Università Statale di Milano, Gianluca Vago, che solleva dubbi sull’opportunità di dare vita a nuove Università (private) in questo momento, e inquadra l’attuale conflitto fra la nuova proprietà dell’Ospedale San Raffaele (Rotelli) e l’Università diretta dagli eredi di don Verzé in una più ampia questione di “regole generali” da riscrivere, fa l’effetto di una boccata d’aria fresca su molti di noi, docenti o studenti dell’Università San Raffaele.
Sono parole che danno un po’ di respiro a chi condivide pienamente l’auspicio del Rettore Vago che si tenti di mettere pace fra le parti, anche attraverso “una negoziazione che potrebbe fare capo al ministro dell’Istruzione stesso”. E a chi si adopera da mesi incessantemente, perché questo auspicio si realizzi. Solo ieri, ad esempio, gli studenti della Facoltà di Filosofia, riuniti in assemblea coi loro docenti per essere informati sulla situazione, hanno deciso di convocare per la prossima settimana un’assemblea plenaria degli studenti, aperta ai docenti e al personale amministrativo, in cui saranno invitati l’attuale Rettore e la Presidente dell’Università a spiegare perché fino ad ora nessuna vera negoziazione sia avvenuta (e c’è motivo di credere che non ci sia stata chiusura da una parte sola) e quali siano le intenzioni dell’attuale governo dell’Università a fronte della vicinissima scadenza della convenzione con l’Ospedale, che la priverebbe non solo di una condizione indispensabile alla Facoltà di Medicina, ma delle aule e della sede di tutte le Facoltà. A maggior ragione è importante oggi dissipare dubbi che potrebbero insorgere nella pubblica opinione.
Circola infatti in questi giorni una mozione scritta su iniziativa del Preside di Medicina, e sottoposta per approvazione a tutte le Facoltà, che a giuste preoccupazioni sul nostro avvenire mescola un inaccettabile tentativo di forzare una sorta di consenso preventivo e a scatola chiusa all’iniziativa di nuova Università promossa da Rotelli. Posso testimoniare che non è questo il sentimento e l’auspicio di molti di noi – anche di molti che forse per rassegnazione al “male minore” abbiano passivamente acconsentito a questa mozione. Riprendendo l’invito degli studenti, e sapendo di farmi interprete del sentimento di molti colleghi, vorrei dunque rivolgere personalmente un appello alle nostre autorità istituzionali perché accolgano questo invito, che potrebbe essere esteso – ancora più costruttivamente – a una rappresentanza della nuova proprietà OSR, perché la chiarezza delle ragioni abbia la meglio sulla prepotenza delle mozioni o sull’opacità dei silenzi.
Contrariamente a quanto indicato sopra, l’assemblea plenaria si terrà non già questa settimana, ma lunedì 4 febbraio dalle ore 14.30 alle 16.30 in aula Aristotele (pt Dibit1). La cosa importante dunque è che i vertici di UNISR abbiano accettato l’invito: saranno presenti per rispondere alle domande sul futuro dell’università.
È davvero un momento importante questo. L’auspicio di molti studenti e molti docenti, che si possa finalmente e pubblicamente chiedere chiarezza sullo stato dei rapporti fra nuova proprietà dell’OSR e vertici dell’UNISR, sta per realizzarsi. È importante che il nostro Ateneo sia rappresentato da tutti quelli che lo fanno vivere veramente: studenti e docenti, ma anche personale amministrativo. Forse anche dalla nostra presenza e attenzione dipenderà il rilancio che speriamo della nostra università, in piena trasparenza e alla luce del sole.