(da latino tornare, lavorare al tornio, poi passato a significare un andamento circolare); il movimento che riporta qualcuno o qualcosa a una situazione precedente.
C’è nel ritorno l’idea di un tempo ciclico, che ruota su se stesso, che ripropone le stesse situazioni e le stesse dinamiche, i corsi e i ricorsi della storia; l’idea di un destino di ripetizione che è concettualmente l’opposto del progresso, dell’avanzamento lineare. Il ritorno è la vittoria del Vecchio contro il Nuovo; è anzi l’idea che il Nuovo e il Vecchio sono illusioni, e che la verità è invece il ripresentarsi del Sempre Uguale, dell’Identico; che è vano volere modificare e superare le condizioni in cui si svolge la nostra esistenza. (continua la lettura su Repubblica.it)
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