Alcune considerazioni sulle procedure per l’abilitazione nazionale

venerdì, 7 Settembre, 2012
By

Come molti sapranno in questi giorni l’Anvur (Agenzia Nazionale per la Valutazione e la Ricerca Universitaria) sta approntando i criteri che sono destinati a consentire o meno l’abilitazione nella prossima tornata abilitativa che si avvierà a partire da fine novembre.

Tra i criteri che consentono di accedere all’abilitazione vi è il superamento della mediana delle pubblicazioni del proprio settore su riviste considerate di eccellenza (classe A). Dunque per sapere se si supera o meno tale fatidica mediana era indispensabile avere sotto mano la lista delle riviste elette (e per differenza, quella delle ‘dannate’). Dopo molti indugi e con considerevole ritardo sono finalmente uscite le liste delle riviste di classe A, settore per settore.

Ecco, io ho diligentemente letto la serie delle riviste nell’area filosofica, sono sobbalzato alcune volte sulla sedia a fronte di alcune presenze, diciamo così, di manica larga, ma ho pensato tra me e me che gli esperti dovevano aver adottato, legittimamente, criteri di contenuta selettività. Poi sono arrivato in fondo alla lista. Ho strabuzzato gli occhi. Ho riletto.

Ecco, ora sottopongo senza commento alcuno, in successione, una lista di riviste italiane (non integrale) che rientrano nella classe A e, a seguire, una lista di riviste internazionali che non sono state considerate degne di rientrare nella suddetta classe di eccellenza. Sia ben chiaro che non sottintendo che le citate riviste della lista italiana siano in qualche modo scadenti o scientificamente poco probanti. Ritengo tuttavia illuminante, per chi conosca il campo, avere un’immagine comparativa per contrasto tra chi è ‘in’ e chi è ‘out’.

Sono ‘in’:

ANNUARIO FILOSOFICO
ARCHIVIO DI FILOSOFIA
ARCHIVIO DI STORIA DELLA CULTURA
BOLLETTINO DEL CENTRO DI STUDI VICHIANI
BOLLETTINO DI STORIA DELLE SCIENZE MATEMATICHE
BRUNIANA & CAMPANELLIANA
CONTEMPORANEA. RIVISTA DI STORIA DELL’800 E DEL 900
DIALECTICA
DOCUMENTI E STUDI SULLA TRADIZIONE FILOSOFICA MEDIEVALE
EPISTEMOLOGIA
FILOSOFIA E QUESTIONI PUBBLICHE
GENESIS
GIORNALE CRITICO DELLA FILOSOFIA ITALIANA
INTERSEZIONI
INTERSEZIONI. RIVISTA DI STORIA DELLE IDEE
IRIDE
MEDICINA E MORALE
NUNCIUS
PARADIGMI
PASSATO E PRESENTE
QUADERNI STORICI
RIVISTA DI ESTETICA
RIVISTA DI FILOSOFIA
RIVISTA DI FILOSOFIA NEO‐SCOLASTICA
RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA
SISTEMI INTELLIGENTI
STUDI DI ESTETICA
TEORIA
VERIFICHE

Sono invece ‘out’:

• Mind
• Mind & Language
• Nous
• Philosophy
• Philosophical Review
• Proceedings of the Aristotelian Society
• Philosophy and Public Affairs
• Philosophical Quarterly
• Ratio
• Continental Philosophy Review
• Phenomenology and the Cognitive Sciences
• Philosophy and Phenomenological Research
• Studia Phaenomenologica
• Husserl Studies
• Review of Metaphysics
• Inquiry
• Research in Phenomenology
• Journal of the Philosophy of History
• New Yearbook for Phenomenology and Phenomenological Philosophy
• Ethics

E sono certo che qualcuna mi è sfuggita.
Ognuno tragga le conclusioni che ritiene opportuno.

25 commenti a Alcune considerazioni sulle procedure per l’abilitazione nazionale

  1. Andrea Zhok
    venerdì, 7 Settembre, 2012 at 09:19

    Due precisazioni, per poter apprezzare appieno le implicazioni di queste liste.

    1) Le lista delle riviste di classe A non vale solo per questa tornata abilitativa, ma anche per le prossime. Questo significa che tale lista indirizza le pubblicazioni a venire per tutti coloro i quali siano interessati a progressioni di carriera. Ovviamente questo finisce per coinvolgere anche chi queste preoccupazioni non ha, in quanto le sedi ‘elette’ diventeranno ambite, mentre quelle escluse verranno meno frequentate.

    2) Incidentalmente, aggiungendo che alla lista delle escluse vanno aggiunte anche riviste non di lingua inglese, come “Phaenomenologische Forschungen” o “Recherches Husserliennes”, è opportuno notare come questi elenchi estinguono d’ufficio la fenomenologia dal dibattito internazionale su rivista. A mia conoscenza quasi tutte le riviste internazionali più note che sono solite ospitare articoli di fenomenologia sono state escluse. Personalmente non sono propenso a teorie del complotto, e tuttavia direi che qui ci sono gli estremi per una guerra di religione…
    Sarei davvero curioso di sentire secondo quale criterio (ultima chicca) “Husserl Studies” è out, mentre “Heidegger Studies” è in…

  2. Mario Salmantra
    venerdì, 7 Settembre, 2012 at 10:38

    Ha perfettamente ragione, l’esclusione d’ufficio della fenomenologia (e cioè di TUTTE le riviste che se ne occupano, nessuna eslcusa) è qualcosa di vergognoso. Non si può pensare a qualche iniziativa?

  3. Stefano Cardini
    venerdì, 7 Settembre, 2012 at 12:16

    Scusate, ma immagino che un organismo pubblico come l’Anvur consenta di sapere quali siano i responsabili di queste scelte, che suppongo accademici, e in base a quali criteri siano state fatte, che suppongo espliciti. O no?

  4. Andrea Zhok
    venerdì, 7 Settembre, 2012 at 15:37

    La procedura è stata estremamente farraginosa e concertata. I dirigenti Anvur hanno consultato quelle società filosofiche che hanno ritenuto di collaborare (ma alcune hanno rifiutato frontalmente di collaborare). In ultima istanza però tutti questi interventi avrebbero dovuto essere solo consultivi e la responsabilità dovrebbe far capo alla dirigenza Anvur (per l’area 11, cui afferisce filosofia, il responsabile nominale è il prof. Andrea Graziosi). Ciò che probabilmente è successo è che le aree le cui società filosofiche hanno ritenuto di non collaborare (contestando il valore retroattivo del giudizio sulle riviste di classe A) sono state ‘punite’ con inserimenti d’ufficio fatti da tecnici dell’Anvur non di settore.

    Ad ogni modo il problema, a mio avviso, non è di rintracciare l’eziologia di questo schifo, ma di fare in modo che cambi. Se una cosa del genere passa il danno culturale per l’attività filosofica teoreticamente orientata (con particolare riferimento alla fenomenologia) sarà gravissimo.

  5. Andrea Zhok
    venerdì, 7 Settembre, 2012 at 15:49

    Ad ulteriore sfregio, aggiungo il passo dalla Delibera n.50 del 21/06/2012 dell’Anvur, dove si definiscono i criteri che dovevano essere seguiti per redigere la lista delle riviste di classe A:

    “Le riviste di classe A sono quelle dotate di ISSN, riconosciute come eccellenti a livello internazionale per il rigore delle procedure di revisione e per la diffusione, stima e impatto nelle comunità degli studiosi del settore, indicati anche dalla presenza delle riviste stesse nelle maggiori banche dati internazionali”

    Ora, mi chiedo con quale faccia qualcuno possa ritenere che quanto a “rigore delle procedure di revisione” e “diffusione internazionale” le riviste della prima lista possano essere considerate superiori a quelle della seconda.

  6. Andrea Zhok
    venerdì, 7 Settembre, 2012 at 17:07

    Aggiungo alla lista delle escluse le seguenti, che mi erano sfuggite in prima lettura:

    • Journal of Consciousness Studies
    • Recherches Husserliennes
    • Phänomenologische Forschungen
    • European Journal of Philosophy
    • Philosophical Issues
    • Philosophical Explorations
    • Philosophical Investigations

  7. venerdì, 7 Settembre, 2012 at 23:09

    Ringrazio Andrea Zhok per la preziosa documentazione. E faccio ammenda: io non mi sono neppur curata di sapere se sarei entrata in lizza, e dunque non ho visto la lista delle riviste quotate e di quelle scornate. Certo è un dato allucinante. Senza con questo voler affatto svalutare alcune riviste italiane, scelte ed esclusioni non hanno senso apparente.

    Credo che bisognerebbe in effetti protestare, e non tanto o non solo per la fenomenologia, ma… per tutto il resto del mondo. Mentre chiedo a tutti i frequentatori del Lab qualche suggerimento, mi chiedo: Stefano poneva giustamente la questione del CHI ha fatto queste liste non tanto forse per gusto di storico, ma perché a) forse parlando con qualcuno di loro si può meglio capire quale catastrofe abbia permesso a una simile assurdità da accadere b) forse si può ancora fare qualcosa per cambiare c)se si volesse scrivere qualche articolo sulla stampa nazionale sarebbe meglio avere tutte le informazioni possibili.
    Mi chiedo a questo riguardo se abbiano avuto mano in questa compilazione i rappresentanti delle varie società delle varie discipline filosofiche (io non credo neppure di essermi iscritta a quella di teoretica, per una sorta di terrore delle consorterie e dei loro mezzi di pressione, ma questo dimostrerebbe ancora una volta, purtroppo, che la “desistenza” è mala consigliera, dato che in effetti mai ho neppur saputo che era in corso questa selezione…). Comunque, se così fosse, la prima mossa sarebbe quella di far circolare il testo e le liste di Andrea attraverso la mailing list di ciascuna società: io potrei incaricarmente per teoretica.

  8. Andrea Zhok
    sabato, 8 Settembre, 2012 at 09:00

    Io per parte mia ho segnalato la questione all’Anvur e, in altra sede, ho interpellato il responsabile dell’area 11, prof. Andrea Graziosi. Sono in attesa di risposte.

    Posso consolare Roberta De Monticelli relativamente alla mancata partecipazione alla società di filosofia teoretica: è tra le società che si è rifiutata di collaborare con l’Anvur alla stesura della lista di riviste, dunque la ‘desistenza’ si sarebbe verificata comunque.

    Ci tengo a sottolineare che il punto non è tanto relativo alla presente tornata abilitativa e alle relative ingiustizie che si potranno verificare nella selezione: il punto è che queste mediane sono destinate a durare per le prossime tornate (almeno 3 sono previste) e ciò comporta un massiccio orientamento nell’attività di ricerca futura, soprattutto per i giovani studiosi. Se ho un laureando o dottorando brillante che vuole trarre dalla sua tesi un articolo internazionale per una delle riviste della seconda lista di cui sopra, come posso in buona coscienza spingerlo ad impegnarsi in questa direzione quando trovare uno sbocco in una delle riviste italiane di cui sopra risulterà decisamente più facile (talora incommensurabilmente più facile)?

    Da ultimo, per quanto concordi sul fatto che la questione travalica di molto l’ambito delle riviste internazionali di orientamento fenomenologico, devo sottolineare che in nessuna altra direzione la cancellazione delle sedi di pubblicazione è stata così sistematica.

  9. Luca Illetterati
    sabato, 8 Settembre, 2012 at 18:16

    Forse è il caso di segnalare che la Società Italiana di Filosofia teoretica non si è rifiutata di collaborare con l’ANVUR. Si è rifiutata di aderire alle modalità di lavoro soprattutto connesse alla classificazione delle riviste secondo fasce gerarichicamente organizzata imposta dall’Anvur. Questa modalità di lavoro è al centro della discussione critica a livello internazionale. Alcuni sono più possibilisti, altri meno. Quasi tutti però concordano circa l’impossibilità di applicare criteri quantitativi (anche molto più raffinati delle mediane ANVUR rispetto alle quali che io sappia non c’è simile al mondo). Abbiamo chiesto che si potesse discutere di questo, in modo da avviare un percorso condiviso (qui i documenti elaborate dalla società e resi da subito pubblici: http://www.teoretica.it/?page_id=263).
    Come risposta ci è stata data solo l’offerta di segnalare un numero ristretto di rivsite del settore (cosa irragionevole – potendo pubblicare un ricercatore di teoretica un suo contributo rilevante tanto in Husserl-Studies, come in Hegel-Studien, come anche in Aut-Aut o in riviste apparentemente specifiche di altri settori, come ad esempio la Rivista di estetica). La Società poteva segnalare le riviste “di comodo” dei propri soci, ma ha ritenuto di non farlo perchè farlo avrebbe significato accettare le basi culturali del discorso che è sotteso a questa operazione e sulle quali si è cercato in tutti i modi di attirare l’attenzione. Basi culturali che hanno prodotto il risultato che è adesso sotto gli occhi di tutti.

  10. Andrea Zhok
    sabato, 8 Settembre, 2012 at 18:35

    Un’importante precisazione, sollecitata da alcune critiche pervenutemi privatamente.

    Il senso della contrapposizione tra una lista di riviste italiane ed una lista di riviste internazionali (prevalentemente di lingua inglese) NON è quello di abbracciare la solita facile esterofilia, sottintendendo la scarsa qualità delle prime rispetto alle seconde.

    Il punto è che uno dei due criteri che sono stati adottati (e generalmente approvati) per redigere la lista di riviste di classe A è esplicitamente la “diffusione internazionale”. E l’altro criterio, il rigore nelle procedure di selezione, è spesso, anche se non necessariamente, legato alla maggiore diffusione internazionale di una rivista, in quanto tale diffusione produce maggiore competizione ed induce gli editors ad introdurre criteri di selezione degli articoli più restrittivi (non necessariamente migliori).
    Ovviamente, se c’è qualcuno che ritiene che la partecipazione al dibattito internazionale sia irrilevante, o magari esiziale, per una certa disciplina, può opporsi direttamente al principio che supporta l’idea dell’introduzione di questo parametro di valutazione. Per parte mia io, come credo la maggior parte dei colleghi, ritengo che la partecipazione al dibattito internazionale sia qualcosa di positivo, da incentivare, senza di per sé farne un totem.
    Ora, contrapponendo le due liste si intende solo segnalare l’implausibilità che secondo i criteri di diffusione internazionale e rigore nelle procedure di selezione le riviste (tutte e ciascuna) della seconda lista siano inferiori a tutte le riviste della prima lista.

    Aggiungo che si possono levare innumerevoli motivate contestazioni all’intero sistema abilitativo messo in campo in questi mesi, ma credo che sia un po’ sterile discettare sempre della riforma prossima ventura: quali che siano le opinioni in merito, ora stanno accadendo cose, cose con implicazioni normative che coinvolgeranno gli orientamenti futuri della ricerca filosofica in Italia. A me questi sviluppi stanno a cuore e credo sia doveroso fare qualcosa per evitare alcune incombenti degenerazioni.

  11. Claudio La Rocca
    domenica, 9 Settembre, 2012 at 10:14

    Ringrazio Andrea Zhok per l’intervento e per aver poi ricordato le posizioni della Società italiana di filosofia teoretica (i documenti relativi si possono vedere su http://www.teoretica.it/?page_id=263).

    Sulle liste ANVUR c’è da ricordare quanto segue. La normativa (DM 7/6/2012, allegato B) prescrive:

    “Per ciascun settore concorsuale di cui al numero 1 l’ANVUR, anche avvalendosi dei
    gruppi di esperti della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) e delle società
    scientifiche nazionali, effettua una suddivisione delle riviste su cui hanno pubblicato gli
    studiosi italiani in tre classi di merito”

    L’ANVUR ha interpretato questa norma basando la sua classificazione sui dati CINECA, ossia sulle pubblicazioni registrate dai docenti attualmente in servizio in Italia. Dunque lo scritto di un filosofo italiano che lavora all’estero o che non è ancora inquadrato nell’Università italiana – che ha pubblicato ad esempio su “Mind” – non viene considerato, dunque non viene considerata “Mind” tra le riviste candidabili per la fascia A. Questo spiega molte omissioni (forse non tutte: mi risultano pubblicazioni di colleghi su The Review of Metaphysics o sul Journal of History of Philosophy, e queste riviste pure mancano nelle fasce A pubblicate).

    Con questo vorrei sottolineare soprattutto che il sistema è assurdo e perverso in partenza (si poteva fare in un mese una classificazione di tutte le riviste del mondo?) e lo strumento stesso del ranking di riviste è stato radicalmente contestato all’estero, dove è stato applicato con minori improvvisazioni. Credo che le iniziative da prendere non siano perciò quelle di richiedere l’inserimento di questa o quella rivista (e chiederei di guardare alle omissioni e anche alle inclusioni di riviste italiane) ma di contribuire a contestare un sistema che non ha, in particolare nel reclutamento, paragoni fuori dall’Italia. Inoltre, una discussione di fondo sulla valutazione bibliometrica e quantitativa andrebbe sollecitata.

  12. Andrea Zhok
    domenica, 9 Settembre, 2012 at 12:06

    @ Claudio La Rocca

    E’ senz’altro vero che l’intero sistema è ampiamente problematico. Siti come ROARS hanno discusso in modo attento e proficuo, esaminando i molteplici difetti prima della normativa nazionale e poi delle implementazioni da parte dell’Anvur.

    Da ciò però, a mio avviso, non può discendere la solita conclusione ‘benaltrista’ per cui, o ci danno il sistema di reclutamento ottimale che ciascun settore può desiderare per sé (e le esigenze dei diversi settori non sono le medesime), oppure ci ritiriamo nobilmente sull’Aventino.

    Credo che porre problemi specifici con spirito per quanto possibile costruttivo sia anche la strada migliore per fare, eventualmente, trasparire l’assurdità di certe scelte generali.

    Nella fattispecie, io non ho le competenze per giudicare se l’Anvur nel tempo che aveva a disposizione era o non era in grado di fare una lista esaustiva di tutte le riviste scientifiche (seconda mediana) e poi di tutte le riviste scientifiche degne delle classe A (terza mediana). Fino a prova contraria credo sia giusto concedere il massimo credito possibile. Se poi emerge che il risultato di questo lavoro è quello penoso che è riscontrabile nel caso di filosofia, allora posso legittimamente esigere che o ammettano di non essere in grado di fare ciò che ritenevano di dover fare, oppure si adoperino per correggere quanto fatto.

    Se ritenevano di non essere in grado di produrre liste esaustive (sia con riferimento alla classe A, sia con riferimento a ciò che vale come rivista scientifica tout court), allora delle due l’una, o lasciavano cadere il tentativo (non lo aveva ordinato il medico di usare il sistema della mediana su queste liste), oppure dovevano almeno contemplare un successivo sistema di integrazione che consentisse a chi riteneva di essere rimasto escluso di chiedere il riconoscimento.

    L’unica cosa che non è accettabile è la sequenza di ragionamento pratico per cui:
    1) Faccio una lista che pone limiti netti (o si è dentro o si è fuori).
    2) Uso questa lista per dirimere quantitativamente tra pubblicazioni (e candidati) di qualità e non di qualità.
    3) Ammetto che non sono in grado di produrre una lista rigorosa ed esaustiva.
    Se la terza proposizione è vera, le altre due sono illegittime.

  13. Claudio La Rocca
    domenica, 9 Settembre, 2012 at 15:20

    @ Zhok

    Credo che siamo d’accordo praticamente su tutto. Non lo siamo per un 1%, solo se il riferimento all’Aventino (propongo una moratoria di 50 anni sull’uso retorico di questo paragone, che rischia spesso di sostituire ogni ragionamento) è rivolto alla SIFIT. Non c’è stato nessun “benaltrismo”: per la VQR (che riguarda strutture, non persone) la SIFIT ha proposto una lista di riviste accreditabili come scientifiche, senza ranking (esattamente quello che l’ANVUR ha poi ritenuto di fare come primo elemento per i calcoli para-bibliometrici) e l’utilizzo per la valutazione della peer review (leggere articoli e libri, non il nome della rivista e della collana in cui appaiono). Due proposte costruttive. Rispetto alle abilitazioni, alla “proposta”(ma è stato un decreto, a sorpresa, visto che in sede di VQR si affermava il contrario) di utilizzare ranking di riviste per la valutazione di individui si può solo rispondere di non farlo e basta: è una pratica internazionalmente screditata, e perfino quei facinorosi della CRUI hanno parlato (per le mediane in generale, ma la terza mediana ne è la punta estrema) di “un modello che non ha riscontri a livello internazionale” (http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=2098). Così ha ritenuto anche l’Unione Matematica Italiana, che ha scritto: il DM “introduce un uso automatico di parametri bibliometrici e strumenti statistici per la valutazione dei candidati e dei commissari di concorso. Tale pratica non è accettabile ed è stata condannata dalla comunità scientifica internazionale, al punto da essere ora bandita in molti paesi scientificamente all’avanguardia” (http://umi.dm.unibo.it/downloads/umi_2012_06_26_mozione_abilitazioni.pdf). Dal momento che, come lei scrive, Zhok, non l’aveva ordinato il medico, ad una cosa del genere si può dire semplicemente NO. L’Aventino non c’entra. Se qualcuno sta buttandosi in un burrone o vi sta buttando altri lo spirito costruttivo non impedisce di dire: fermati! Se poi si va avanti perché (altra formula che si sente spesso in questi tempi) “il meglio è nemico del bene”, dispiace per chi nel burrone viene trascinato. In questo caso, l’Università italiana e la ricerca.

    Credo, in definitiva, che quelli che vedono in che direzione pericolosa stiamo andando debbano cercare le massime convergenze, senza divisioni tra costruttivi e distruttivi. E’ in gioco (posso dirlo?) ben altro.

  14. domenica, 9 Settembre, 2012 at 19:43

    Caro Claudio,

    a parte il giusto rimprovero sull’uso retorico del riferimento all’Aventino (mi perdonerà, ma nei limiti accettabili per un blog i riferimenti a stilemi consolidati consentono di risparmiare perifrasi) devo ammettere che probabilmente il nostro disaccordo è relativo solo ad una metà di quell’1 per cento cui lei fa riferimento.

    Il riferimento all’Aventino non riguarda il comportamento della SIFIT. Era ed è una posizione legittima quella di contestare la procedura in quanto tale, rifiutandosi di collaborare alla stesura della lista delle riviste.

    Ciò non sottrae minimamente l’Anvur alle sue responsabilità: l’agenzia per la valutazione può infatti avvalersi degli esperti che crede, ma poi in ogni caso, a termini di legge, ciò che viene prodotto è sotto la sua responsabilità. Se l’Anvur, in assenza della collaborazione di alcune società filosofiche non era in grado di produrre la lista esaustiva che era tenuta a produrre, doveva ammettere tale incapacità, e giunti a questo punto deve essere disponibile a correggere il tiro.

    Ciò su cui forse c’è un disaccordo riguarda l’opzione tattica (ma c’è una tesi strategica di fondo) relativa a cosa fare ora. Per me la questione non è di dover inserire a forza questa o quella rivista. Il problema è che quella lista, fino a che è in vigore, genera gravi ingiustizie ed orienta la comunità scientifica a comportamenti provinciali e fallimentari. Questo per me è inaccettabile.

    Prima facie ciò può essere risolto tanto eliminando tout court il criterio della terza mediana quanto riequilibrando la lista presente integrandola con le riviste clamorosamente assenti.

    Ciò che non accetto è l’idea che, laddove non si possa addivenire subito alla prima soluzione (e potrei spiegare perché questa opzione è, di fatto, altamente improbabile) allora, per conservare la ‘purezza’ del nostro rifiuto si rinunci anche a chiedere una riequilibratura delle liste.

    Ho molti dubbi sull’uso della terza mediana così come, in verità, sull’uso dello strumento bibliometrico delle mediane in generale. Nel mio piccolo ho sostenuto in varie forme e sedi una messa in discussione dell’impianto generale del processo abilitativo, ma ciò non è in contraddizione con la richiesta di correggere gli specifici esiti di quel processo quando risultano, di volta in volta, inaccettabili.

    Un’ultima questione (di natura, questa sì, strategica): per quanto io abbia grandi dubbi sugli strumenti messi in campo dall’Anvur non posso far finta di non sapere che le ragioni di questa ossessione bibliometrica sono radicate nella realtà delle procedure di reclutamento tradizionalmente adottate. In buona coscienza non posso dire che prima dei criteri Anvur eravamo nel migliore dei mondi possibili e che tutto è stato rovinato da questi obiettivisti senza cuore dell’Anvur. Sappiamo tutti che i margini di discrezionalità nei processi di reclutamento hanno portato talora ad abusi gravi ed in questo senso il problema di trovare parametri non troppo negoziabili non è campato in aria. Possiamo e credo dobbiamo rifiutare false soluzioni, ma non possiamo ritenere che, una volta prodotto il rifiuto, possiamo in buona coscienza ritirarci in un confortevole “business as usual”.

  15. Andrea Zhok
    lunedì, 10 Settembre, 2012 at 12:50

    Riporto qui sotto la risposta del responsabile Anvur per l’area 11, prof. Andrea Graziosi:

    >>
    Caro Zhok,

    Il problema che segnala, e che certo non mi nascondo, ha due cause, una particolare e l’altra generale, che credo lo spieghino in modo soddisfacente.

    Quella particolare è la mancata collaborazione dei filosofi teoretici, malgrado i miei ripetuti inviti, tanto alla vqr quanto alle abilitazioni. Rispetto naturalmente le loro ragioni, ma l’assenza di quella collaborazione ha reso le liste di quel settore molto più deboli di quanto altrimenti non sarebbero state. Me ne dispiaccio, ho provato a rimediare nel miglior modo possibile, ma per fare piatti buoni ci vogliono buoni ingredienti. Io credo che la Società, pur condannando e criticando, avrebbe fatto meglio a collaborare, ma naturalmente potrei sbagliare.

    Quella generale che vale per tutte le discipline è la seguente: la scienza e la conoscenza sono per loro natura cosmopolite, e io credo che le ns liste esprimano bene questo principio, specie se pensiamo al passato. Resta però il fatto che esistono anche una cultura e un’accademia italiane, e che la valutazione opera su di esse. Sarebbe stato perciò sbagliato e ingiusto non porsi il problema di distinguere e selezionare anche al suo interno. Certo, in A vi sono così nostre riviste imparagonabili–fosse solo per diffusione–con quelle internazionali, ma è giusto che vi siano anche le prime. E se la valutazione servirà a rafforzarle, a proiettarle di più in campo internazionale, e renderle capaci di attirare più articoli ecc., penso che saremo di fronte a una sua ricaduta indiretta certo, ma molto positiva.
    cordialmente, ag
    <<

  16. Stefano Cardini
    lunedì, 10 Settembre, 2012 at 16:29

    Aiutatemi a capire, che non sono del giro. Quindi, riconosciuto il problema, che cosa pensano di fare?

  17. Andrea Zhok
    lunedì, 10 Settembre, 2012 at 16:34

    Buona domanda. La mia impressione è che, nella migliore tradizione italica, attenderanno per vedere se la cosa monta a livelli tali da non poter essere insabbiata. Altrimenti faranno finta di niente.

  18. Claudio La Rocca
    lunedì, 10 Settembre, 2012 at 23:46

    Il professor Graziosi ha scelto con la risposta inviata a Zhok di mettere a serio rischio la possibilità di una discussione intensa ma corretta su queste tematiche. Graziosi ha posto in altre occasioni (http://www.roars.it/online/?p=11554#comment-3254) questioni di “di civiltà e correttezza”. Con disappunto, devo constatare che ciò che scrive a Zhok oltrepassa di molto quanto civiltà e correttezza richiedono. Che gravissime omissioni nella lista di riviste di fascia A siano dovute – anche solo come concausa – alla “mancata collaborazione dei filosofi teoretici” è una affermazione incauta e inammissibile in un corretto dialogo tra ANVUR e mondo della ricerca. Per un consistente numero di ragioni:

    1) tanto per la VQR che per le abilitazioni la normativa assegna all’ANVUR l’intera responsabilità per criteri e procedure attuate. Non ho bisogno di citare qui i commi che Graziosi conosce e che chiunque può verificare. E’ prevista in entrambi i casi una consultazione con Società scientifiche, che non libera affatto l’ANVUR dalle sue responsabilità. Cito non dalla normativa, ma dal documento “Criteri per la valutazione dei prodotti di ricerca” licenziato dal Gruppo Esperti della Valutazione dell’area 11, presieduto da Graziosi, che descrive la procedura per la formazione delle liste di riviste per la VQR: gli elenchi proposti dalle Società “sono stati poi sottoposti ad un esame critico da parte di più esperti anonimi, qualificati ed esterni (operanti fuori dai confini nazionali ove possibile)” (!!) poi rinviati alle stesse Società, “e infine ai sottogruppi del GEV così da salvaguardare la COMPETENZA ESCLUSIVA [enfasi mia] dell’ANVUR ai fini delle decisioni relative alla VQR”. Questa competenza esclusiva viene rivendicata da un documento firmato da Graziosi, non può essere ora ritrattata. Né la normativa né la decenza lo consentono.

    2) Gli “esperti anonimi, qualificati ed esterni” dunque non mancano all’ANVUR (anche se l’anonimato in questo caso è tutt’altro che una garanzia). Che vuol dire che ora Graziosi affermi di non aver potuto redigere una lista accettabile per la mancata collaborazione della SIFIT?

    3) Alla SIFIT come ad altre Società si è chiesto in sede di VQR (le liste VQR sono in grandissima parte all’origine di quelle attuali per l’abilitazione, nei nostri settori) di indicare un numero limitatissimo di riviste (una decina) per fascia; si è esplicitamente detto che i suggerimenti delle Società nella seconda fase dovevano tradursi in “sostituzioni e non aggiunte”. Una collaborazione sensata in questi termini non era possibile. La scelta di questo criterio di liste limitatissime è esclusiva responsabilità del GEV 11.

    4) Per l’abilitazione, la normativa prevede che “l’ANVUR, anche avvalendosi dei gruppi di esperti della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) e delle società scientifiche nazionali” (DM 7-6-12, all. B) effettui la suddivisione delle riviste in fasce; ai GEV si aggiungono (da Delibera n. 50 dell’ANVUR) Gruppi di Lavoro, costituiti ad hoc. La Delibera n. 50 prevede che “l’ANVUR, dopo aver acquisito il parere delle società scientifiche nazionali sugli elenchi di riviste di classe A, si riserva di acquisire ulteriori pareri dai GEV, da società scientifiche internazionali e da esperti anche stranieri”. Anche per l’abilitazione dunque non mancavano e non mancano gli strumenti e gli esperti per svolgere in modo corretto e competente il compito assegnato. O Graziosi sta dichiarando che il GEV, il Gruppo di lavoro e gli esperti contattabili non erano e non sono in grado di svolgere il loro compito in modo accettabile in assenza di “collaborazione” della SIFIT (e in questo caso andava detto subito e magari andavano presentate le dimissioni), oppure siamo di fronte ad uno scaricabarile indecoroso. Ma, se, come pare, il presidente del GEV di Area sta riconoscendo adesso che liste sui cui si faranno le abilitazioni sono fatte male, forse per le dimissioni si è ancora in tempo.

    5) Le storture e le mancanze segnalate da molti non riguardano affatto solo l’ambito della Filosofia teoretica: ricordo solo Ethics, il Journal of History of the Philosophy, l’Archiv für Geschichte der Philosophie, Filosofia politica, i Proceedings of the Aristotelian Society, e si potrebbe continuare a lungo. L’argomento che le omissioni siano dovute alla mancata collaborazione della Società di filosofia teoretica dunque non è serio, e credo farebbe ridere molti se non fosse indice di una grave incapacità di assumersi responsabilità.

    L’ANVUR e suo Alto Esperto prof. Graziosi hanno avuto e hanno – e sarebbe gravissimo il contrario – tutti gli strumenti e la possibilità di utilizzo di competenze per svolgere il compito assegnato (parlare di “rimediare” è ridicolo e poco dignitoso). Altra cosa è la questione se un tale compito potesse essere svolto in modo accettabile nei tempi previsti e se l’applicazione di un tale lavoro di compilazione di liste non sia comunque uno strumento che porta ad inevitabili distorsioni (per esempio l’assurdo a cui stiamo assistendo – e che non cambierebbe sostituendo ad una lista ristretta un’altra diversamente escogitata – per cui un articolo in fascia A pesa, al buio, come decine di altri o come diversi libri, e tutto questo per l’accesso alle abilitazioni, dopo che per la VQR lo stesso Graziosi non aveva fatto che ripetere che la metodica già scientificamente assai dubbia se non screditata delle classificazioni avrebbe avuto valore solo sperimentale e non in altra applicazione che per le strutture). E’ quanto la SIFIT ha ritenuto e argomentato nel dettaglio senza ricevere – come è stato spesso ricordato – una sola parola di risposta nel merito. Sentire ora che i mostri partoriti sono responsabilità SIFIT è più di quanto in un franco scambio di idee si possa correttamente sostenere. E getta – Graziosi forse non se ne accorge – una luce sinistra sulle competenze dell’ANVUR.

    Graziosi come storico saprà che il presidente Harry Truman aveva sulla sua scrivania un cartello con la scritta “The buck stops here” (“Qui finisce lo scaricabarile”). Altri tempi.

  19. Luca Illetterati
    martedì, 11 Settembre, 2012 at 10:36

    Ringraziando Claudio La Rocca per la risposta che condivido totalmente, mi sia consentito, per non creare malintesi, correggere una frase del mio precedente intervento.
    Quando scrivo: “Quasi tutti però concordano circa l’impossibilità di applicare criteri quantitativi (anche molto più raffinati delle mediane ANVUR rispetto alle quali che io sappia non c’è simile al mondo)”, la frase è da completarsi con “per la valutazione di persone”.

  20. Luca Vanzago
    martedì, 11 Settembre, 2012 at 11:15

    Dopo aver letto gli interventi molto ampi e articolati di tutti coloro che hanno creduto opportuno scrivere qui, a cominciare da Andrea Zhok che ha posto un problema fondamentale, vorrei porre una domanda generale forse ingenua, ma a mio avviso comunque ineludible: che fare? Visto che il processo per il momento almeno sembra andare avanti senza i teoreti, per così dire (consentitemi questa semplificazione), e anzi in questo senso sono state fatte scelte che coinvolgono volenti nolenti i teoreti proprio perché le liste esistono e discriminano quei settori che non sono rappresentati in modo adeguato da esse (e qui non penso solo alla fenomenologia, ma in generale), crediamo meglio prendere una posizione di rifiuto generale della logica che regge l’intera operazione, sperando magari nel ricorso dei Costituzionalisti, o crediamo opportuno comunque prendere una posizione diversa? Credo sia un problema di cui dovrebbe discutere la Società Italiana di Filosofia teoretica alla luce del dibattito che si sta sviluppando ora.

  21. Andrea Zhok
    martedì, 11 Settembre, 2012 at 15:25

    Segnalo la risposta, interlocutoria, pervenutami dall’Anvur:

    >>
    Egregio collega
    Trasmettiamo la sua segnalazione ai membri del Gruppo di lavoro Riviste scientifiche dell’area 11, per opportune valutazioni.
    La risposta che lei dà alla fine della sua lettera è però nella giusta direzione: la legge obbliga a classificare solo le riviste su cui autori italiani hanno pubblicato, e questo non può che significare che ve ne è traccia sul loginmiur al 15 luglio. Il riscontro personale che lei ha fatto è certo corretto ma forse non copre tutti i casi che solleva.
    Aggiungiamo che il Gruppo di lavoro si sta effettivamente ponendo il problema di aggiungere una lista, non obbligatoria per legge, di segnalazione di elevata qualità. Sarebbe un importante segnale che noi auspichiamo, anche se richiederà altro tempo. Alcune aree hanno già provveduto in questo senso.

    Molti cordiali saluti

    Per il Consiglio Direttivo il Gruppo di lavoro Abilitazione
    Fantoni, Bonaccorsi, Novelli
    >>

  22. Andrea Zhok
    martedì, 11 Settembre, 2012 at 15:39

    Allego inoltre, per intendere la risposta, il testo integrale della mia richiesta di chiarimenti dell’8/09 al presidente dell’Anvur, prof. Stefano Fantoni:

    >>Egregio prof. Fantoni,

    Le invio la seguente, pur sapendo che il merito delle questioni che sollevo, concernenti il solo settore di filosofia dell’area 11, travalicano le Sue competenze dirette. La mia speranza è che, grazie alla Sua autorevolezza, chi di competenza presso l’Anvur possa affrontare in modo sollecito il problema che vado a segnalare.

    OGGETTO: natura delle esclusioni nella lista di riviste di classe A, area 11, Filosofia

    Premetto, per quel che può contare, che sono consapevole della difficoltà del compito che L’Anvur era chiamata ad affrontare e che comprendo il senso dell’introduzione a fini abilitativi di una mediana relativa alle riviste di maggiore qualità (classe A).

    Tuttavia, nello specifico, temo che la lista delle riviste di classe A relative a filosofia soffra di tali clamorosi squilibri, che, prima che la cosa venga in piena luce, anche mediatica, una presa di posizione da parte dei responsabili risulti doverosa, oltre che opportuna.
    In breve.
    La Delibera n.50 del 21/06/2012 dell’Anvur recita:
    “Le riviste di classe A sono quelle dotate di ISSN, riconosciute come eccellenti a livello internazionale per il rigore delle procedure di revisione e per la diffusione, stima e impatto nelle comunità degli studiosi del settore, indicati anche dalla presenza delle riviste stesse nelle maggiori banche dati internazionali”
    Criteri come “il rigore delle procedure di revisione” e “la diffusione internazionale”, del tutto condivisibili, sembrano delineare una particolare intenzione di sprovincializzazione dell’accademia italiana ed un’attenzione alla qualità. Bene.

    Ora, avendo questi criteri in mente, chiedo a Lei (o a chi, tra i Suoi collaboratori abbia conoscenza adeguata dell’area filosofica) di valutare se è possibile giustificare la presenza nella lista delle riviste di classe A delle riviste della lista 2 qui sotto e simultaneamente l’esclusione delle riviste della lista 1.

    Lista 1. (Escluse dalla classe A di filosofia)
    • Mind
    • Mind & Language
    • Nous
    • Philosophy
    • Philosophical Review
    • Proceedings of the Aristotelian Society
    • Philosophy and Public Affairs
    • Philosophical Quarterly
    • Ratio
    • Continental Philosophy Review
    • Phenomenology and the Cognitive Sciences
    • Philosophy and Phenomenological Research
    • Studia Phaenomenologica
    • Husserl Studies
    • Review of Metaphysics
    • Inquiry
    • Research in Phenomenology
    • Journal of the Philosophy of History
    • New Yearbook for Phenomenology and Phenomenological Philosophy
    • Ethics
    • Recherches Husserliennes
    • Phänomenologische Forschungen
    • Journal of Consciousness Studies
    • European Journal of Philosophy
    • Philosophical Issues
    [NB: la lista non ha pretese di completezza, ma pesca tra le riviste che rientrano tra gli interessi di chi scrive]

    Lista 2. (Incluse nella classe A di filosofia)
    Annuario Filosofico
    Archivio di Filosofia
    Archivio di Storia Della Cultura
    Bollettino del Centro Di Studi Vichiani
    Bollettino di Storia delle Scienze Matematiche
    Bruniana & Campanelliana
    Contemporanea. Rivista di Storia dell’800 e del 900
    Dialectica
    Documenti e Studi Sulla Tradizione Filosofica Medievale
    Epistemologia
    Filosofia e Questioni Pubbliche
    Genesis
    Giornale Critico della Filosofia Italiana
    Intersezioni
    Intersezioni. Rivista di Storia delle Idee
    Iride
    Medicina e Morale
    Nuncius
    Paradigmi
    Passato e Presente
    Quaderni Storici
    Rivista di Estetica
    Rivista di Filosofia
    Rivista di Filosofia Neo‐Scolastica
    Rivista di Storia Della Filosofia
    Sistemi Intelligenti
    Studi di Estetica
    Teoria
    Verifiche

    Sia ben chiaro che con questa comparazione non intendo affatto denigrare le riviste italiane segnalate, che sono in gran parte molto autorevoli. Ciò che chiedo, tuttavia, è se Lei ritenga esistere un criterio razionale, compatibile con i criteri dichiarati dall’Anvur, che riesca a giustificare la presenza di tutte e ciascuna delle riviste della lista 2. nella sfera dell’eccellenza e l’assenza di tutte e ciascuna delle riviste della lista 1. dalla medesima sfera.

    Due note aggiuntive.
    NOTA 1. Qualcuno dei Suoi collaboratori potrebbe ribattere dicendo che la lista delle riviste di classe A non aveva pretese di completezza. Essa rappresentava solo una selezione tra le riviste che comparivano sul Cineca come riviste su cui autori italiani hanno scritto. Perciò è naturale che vi fossero riviste d’eccellenza non contemplate, in quanto nessun autore italiano vi ha scritto.
    Ciò, tuttavia, non può rispondere al vero se non in parte. Non ho avuto personalmente modo di controllare per tutte le riviste internazionali di cui sopra, ma in un congruo numero di esse so esservi autori italiani, registrati su Cineca, che hanno scritto sulle riviste della lista 1 qui sopra (incidentalmente su quattro di esse il sottoscritto).
    Inoltre, quand’anche questa spiegazione fosse plausibile, non sarebbe cattiva cosa trovare anche una buona giustificazione per spiegare l’esclusione di studiosi italiani non registrati su Cineca perché operanti all’estero: caso tipico di quei giovani e spesso brillanti ricercatori di cui si vagheggiava il ritorno attraverso procedure finalmente meritocratiche.
    NOTA 2. Un’ultima osservazione, che potrà sembrare una questione di bottega, ma che ha conseguenze molto rilevanti sul piano degli indirizzi della cultura filosofica italiana nei prossimi anni. Suppongo accidentalmente, ma è accaduto che la lista di riviste di classe A per filosofia esclude, sostanzialmente senza eccezioni, ogni rivista internazionale che ospiti articoli di fenomenologia. In sostanza la fenomenologia, che insieme alla filosofia analitica rappresenta plausibilmente il più influente indirizzo di pensiero del ‘900, viene estinta d’ufficio dal dibattito internazionale. Uno studioso che abbia pubblicato su “Phenomenology and the Cognitive Sciences” o su “Husserl Studies” non viene riconosciuto come autore di uno scritto di qualità relativo a filosofia, al contrario di un autore che abbia pubblicato su “Quaderni Storici”.
    Credo che chiunque abbia una conoscenza anche minima del campo può vedere la paradossalità delle scelte.

    Ora, in conclusione, nessuno si aspettava che un’impresa così ampia e complessa come la redazione di queste liste di riviste fosse priva di pecche. E, da quanto sento da colleghi di altri settori, per lo più l’estensione delle liste ha dato risultati perfettibili, ma soddisfacenti. Tuttavia nel caso di filosofia posso assicurarle che la situazione non è questa. Questa lista è uno schiaffo culturale, che viola in maniera finanche comica i rivendicati criteri di “rigore delle procedure di revisione” e “diffusione internazionale”.
    Spero vivamente che vi si possa porre sollecitamente rimedio.

    Cordiali saluti,

    Andrea Zhok
    >>

  23. Claudio La Rocca
    mercoledì, 12 Settembre, 2012 at 00:16

    Osservo brevemente tre cose sulla risposta “interlocutoria” dell’ANVUR.
    1) Si legge: “la legge obbliga a classificare solo le riviste su cui autori italiani hanno pubblicato, e questo non può che significare che ve ne è traccia sul loginmiur al 15 luglio”. Questa equivalenza è una arbitraria interpretazione ANVUR, come rileva Zhok e come argomentavo nel commento su # 7824. Temo che questo possa essere un ennesimo motivo di ricorso di chi si senta danneggiato.
    2) mi risulta con certezza che diverse delle riviste straniere escluse tra quelle citate, e altre importanti, sono presenti tra quelle inserite nel sito CINECA. Con più calma potrò elencarle.
    3) “aggiungere una lista, non obbligatoria per legge, di segnalazione di elevata qualità” non è chiaro cosa significhi (più che altro una ammisisone di inadeguatezza di quanto finora fatto). Sicuramente significa però che tale lista non avrà alcuna influenza sulle mediane.
    Credo che la soluzione per una commissione seria sarà quella di utilizzare la possibilità che la legge prevede di non applicare il principio del superamento delle mediane.

  24. Andrea Zhok
    mercoledì, 12 Settembre, 2012 at 08:15

    @ Claudio La Rocca.

    Sì, mi pare di capire che l’intenzione sia quella di aggiungere una toppa che non li costringa al ricalcolo delle mediane, ma che possa essere usata dalle commissioni abilitatrici. Come noto, infatti, la legge prevede che le commissioni non siano strettamente vincolate al rispetto delle mediane, purché possano argomentare perché se ne discostano, e questa lista sarebbe utilizzabile come argomento.

    L’unica cosa che a me pare positiva è che, per quanto la soluzione della toppa sia, per l’appunto, rattoppata, almeno, se questa lista supplementare fosse fatta bene, si aprirebbe uno spiraglio per gli usi futuri di questa classificazione (che, allo stato, dovrebbe essere usata tanto per le prossime tornate abilitative che come base per il prossimo VQR).

  25. Andrea Zhok
    mercoledì, 19 Settembre, 2012 at 20:44

    Segnalo la risposta ufficiale dell’Anvur relativamente alla questione della classificazione delle riviste di classe A, presente nel sito Anvur alla pagina

    http://www.anvur.org/sites/anvur-miur/files/chiarimenti_riviste_classea.pdf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*