0. Introduzione
In questo breve intervento mi limiterò a illustrare a grandi linee la struttura e le tesi principali del Formalismo (una sorta di invito alla lettura), fornendo al tempo stesso qualche notizia biobibliografica di Max Scheler – una “stella” del movimento fenomenologico – e indicando alcune delle ragioni per cui si è deciso d’intraprendere l’immane lavoro di una nuova traduzione italiana del Formalismo.
1. Perché una nuova traduzione del Formalismo?
Perché una nuova traduzione del Formalismo? Se ne sentiva davvero l’esigenza? In fondo un’edizione italiana esiste: è del 1996, curata da Giancarlo Caronello per le Edizioni San Paolo. Un’edizione che sfiora peraltro le 800 pagine e della quale – senza ironia – ognuno di noi dovrebbe essere grato in eterno al traduttore. Di fatto, l’esistente traduzione dell’opus magnum di Scheler è illeggibile, non tanto per la quantità, quanto per la qualità degli errori e, probabilmente, per le scelte lessicali che favoriscono diversi equivoci concettuali e appesantiscono la lettura di un’opera già di per sé poco agevole – a detta dello stesso Scheler. Trattandosi di un lavoro maturato nel corso di diversi anni, legato, in parte, a una serie di lezioni sull’etica (tenute da Scheler presumibilmente prima del 1910), forse «la struttura d’insieme manca di quella perspicuità che caratterizza le opere scritte d’un solo tratto» e contiene, inoltre, numerose e lunghe digressioni sugli aspetti specifici e generali sulla teoria della conoscenza e del valore (cfr. Prefazione alla Prima Edizione del 1916). Lo stile “esuberante”, mobile, la “passione – quasi ossessiva (per i traduttori) – per le differenze” nel tentativo di restituire, nelle sottili distinzioni terminologiche, la specificità delle cose; i lunghi periodi che tradiscono, nella densità, la vastità degli interessi e l’intento sistematico di Scheler, tutto questo non ha facilitato, in certi periodi, l’immediata ricezione di un pensiero straordinariamente fecondo e attuale. Gadamer ricorda, tuttavia, che pochi filosofi sapevano scrivere così bene in tedesco. (continua)
Scarica il resto dell’intervento di Roberta Guccinelli al Seminario di Fenomenologia UniSR del 25 ottobre 2010 L’esperienza assiologica (in formato Pdf).
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