«Herbert Spiegelberg (1904-1990), tedesco alsaziano, studente di legge ad Heidelberg, si dedicò allo studio del diritto naturale e della filosofia.
Trascorse un semestre all’università di Freiburg, dove incontrò Edmund Husserl (1859-1938).
L’incontro fu decisivo per la prosecuzione dei suoi studi, che Spiegelberg concluse a Monaco, dove cominciò a lavorare con Alexander Pfänder, fenomenologo, (1870-1041). A Monaco si laureò in legge, ma preparò la dissertazione di dottorato in filosofia, sotto la direzione di Pfänder 1.
Nel 1938 Spiegelberg si trasferì in America, dove diede un forte impulso allo sviluppo del movimento fenomenologico (2).
L’intera opera di Spiegelberg può essere letta come un intero tentativo di fondazione del normativo o della sfera pratica.
La produzione di Spiegelberg si suddivide in due periodi:
– Il periodo tedesco, in cui Spiegelberg getta le basi di una fondazione della sfera pratica o del normativo.
– Il periodo americano, in cui Spiegelberg porta a compimento il suo progetto di fondazione del normativo, di cui la fondazione dei diritti umani rappresenta un exemplum.
0.2 Tre dimensioni di fondazione del normativo
Ho individuato tre dimensioni connesse nel progetto di fondazione del normativo di Spiegelberg:
1. La dimensione axiologica
2. La dimensione praktologica
3. La dimensione deontica.
In questo scritto intendo:
i. Illustrare i tratti essenziali di queste tre dimensioni
ii. Mettere in luce i loro nessi quali livelli di fondazione del normativo. (continua) »
Scarica in formato Pdf la relazione di Barbara Malvestiti al Seminario di fenomenologia della cattedra di Filosofia della Persona (Teoretica) della Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele del 29 aprile 2010, dal titolo:
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